Le domande sull’accesso ai percorsi Indire continuano a fioccare numerose, presentando situazioni diverse. Nel nostro ultimo webinar su YouTube con l‘Avvocato Maria Rosaria Altieri, abbiamo trattato 10 domande, tra cui questa: “Mi sono specializzata sul sostegno all’estero in Romania nel 2017 e ho avviato ricorso (e vari appelli fino all’ultima sentenza di vittoria) per il diniego di riconoscimento da parte del Miur. Poiché ho necessità di prendere un congedo straordinario per legge 104, qualora dovessi avere i requisiti per accedere al percorso Indire, potrei iscrivermi essendo in congedo”?
Percorsi Indire e congedo straordinario legge 104
L’avvocato Altieri risponde alla domanda dicendo: No, ritengo di no perché ripetutamente la Corte di Cassazione ha affermato la legittimità del licenziamento disciplinare nei confronti del lavoratore che aveva utilizzato anche solo una parte delle ore del congedo per soddisfare interessi meramente personali. Per interessi personali la Cassazione ha inteso interessi estranei al disabile.
Segnalo a questo proposito un’ordinanza del 2020 con la quale, invece, la Cassazione ha dichiarato illegittimo il licenziamento irrogato ad una lavoratrice che nei giorni di permesso concessi per assistere il padre affetto dal morbo di Alzheimer, si era recata a seguire un corso di formazione sul malato neurologico.
Il caso alla Cassazione: assenza a beneficio del disabile
In questo caso La Cassazione dopo aver precisato che l’assenza dal lavoro per fruizione dei permessi previsti dal comma 3 (ma vale anche per il congedo) è legittima solo in presenza di un’attività di assistenza al familiare disabile, ha chiarito che detta assistenza può essere prestata con modalità e forme diverse, anche attraverso lo svolgimento di incombenze amministrative, pratiche o di qualsiasi genere, purché effettuate nell’interesse del familiare assistito.
Secondo i Giudici di legittimità, dunque, si integra la fattispecie dell’abuso del diritto – lesiva dei principi di correttezza e buona fede – solo nell’ipotesi in cui il dipendente si avvalga di detto beneficio per attendere ad esigenze estranee agli interessi del parente disabile. Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dalla società, avendo la lavoratrice – nella giornata oggetto di contestazione – frequentato un corso finalizzato ad un migliore accudimento del padre. Potete guardare la risposta a questa e altre 9 domande direttamente dal video YouTube.