Entro il mese di novembre è atteso il nuovo piano di dimensionamento scolastico. La manovra finanziaria prevede una riduzione di 627 presidi e capi segreteria in tutta Italia, tra settembre 2024 e settembre 2026. In buona sostanza, quasi l’8 per cento in meno degli istituti. Contro questi tagli previsti nella Legge di Bilancio, però, c’è da segnalare l’intervento del TAR della Campania che ha sospeso il decreto interministeriale attuativo, lasciando l’ultima parola alla Corte Costituzionale che dovrebbe pronunciarsi entro il 21 novembre prossimo.

Dimensionamento scolastico, tagli nella Legge di Bilancio ma il TAR Campania sospende decreto MIM-MEF

Una situazione, quella riguardante i tagli previsti dalla Legge di Bilancio, in continua evoluzione. Il TAR del Lazio, infatti, ha respinto l’istanza cautelare presentata dalla regione Puglia. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che aveva già preannunciato ricorso al Consiglio di Stato contro la pronuncia del TAR della Campania, ha accolto con soddisfazione la decisione presa dal Tribunale Amministrativo Regionale laziale. Insomma, una situazione piuttosto caotica. In Abruzzo, i sindacati, congiuntamente, hanno chiesto di sospendere l’iter amministrativo esecutivo del decreto interministeriale N. 127 del 30 giugno 2023, almeno fino alla pronuncia della Corte Costituzionale. Valditara, comunque, ha spiegato che con la riforma ‘richiesta dal Pnrr per ammodernare il Paese, non si determineranno chiusure di plessi o riduzione di servizi’. I plessi, infatti, continueranno a essere 40mila.

Tuttavia, come riporta Il Sole 24 Ore di oggi, lunedì 6 novembre, il presidente nazionale dell’Anquap, Giorgio Germani, ha sottolineato come sia ‘evidente che il terzo dimensionamento ci consegnerà scuole sempre più grandi e complesse, con la condizione nelle realtà periferiche di essere anche frazionate in un rilevante numero di plessi suddivisi in più comuni’. 

Intanto, un emendamento di maggioranza al decreto Caivano ha previsto che, per il prossimo anno scolastico, gli Uffici Scolastici Regionali possano derogare al numero minino di alunni per classe negli istituti del Sud delle piccole isole, dei comuni montani e delle aree abitate da minoranze linguistiche, nei contesti di disagio giovanile o caratterizzate dalla presenza di alunni con fragilità negli apprendimenti.Â