Consiglio di Stato
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Punteggio servizio militare nelle graduatorie ATA, con un’Ordinanza del 20 novembre 2024, il Consiglio di Stato, Sezione Settima, ha accolto l’appello cautelare, presentato da un gruppo di ricorrenti, finalizzato al pieno riconoscimento del punteggio relativo alla valutazione del servizio militare nelle graduatorie ATA.

Punteggio servizio militare nelle graduatorie ATA: nuova Ordinanza del Consiglio di Stato

Un gruppo di aspiranti ATA (III Fascia) ha impugnato il Decreto Ministeriale n. 89/2024, contestando la penalizzazione del servizio militare prestato al di fuori di un rapporto di impiego scolastico. Il DM stabilisce che il servizio militare svolto durante un impiego scolastico venga valutato con 0,50 punti/mese, mentre quello prestato fuori da tale contesto solo con 0,05 punti/mese. 

I ricorrenti, assistiti dagli avvocati Aldo Esposito e Ciro Santonicola dello Studio Legale Esposito-Santonicola, hanno sostenuto che questa disparità viola i principi costituzionali di uguaglianza e le normative in vigore, in particolare l’art. 485 del D.lgs. 297/1994, che riconosce il servizio militare come valido per i pubblici concorsi. Nonostante il TAR Lazio avesse respinto la richiesta cautelare, l’appello al Consiglio di Stato ha avuto esito favorevole. Il Consiglio di Stato, con ordinanza del 20 novembre 2024, ha accolto l’appello, riconoscendo che il ricorso presenta elementi di fumus boni iuris (probabile fondatezza legale) e che la penalizzazione del servizio militare può pregiudicare il posizionamento nelle graduatorie ATA.

Le richieste del ricorso comprendevano:

  1. La sospensione del DM 89/2024;
  2. L’equiparazione del servizio militare prestato al di fuori di un impiego scolastico a quello svolto “in costanza di nomina”;
  3. La revisione delle graduatorie ATA con la corretta attribuzione dei punteggi.

Il Consiglio di Stato ha dato seguito al provvedimento, permettendo la revisione delle graduatorie e garantendo agli interessati una posizione migliore nelle future supplenze e progressioni di carriera, con un impatto significativo sulla possibilità di immissione in ruolo nel triennio 2024-2027.