Il recente provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri prevede alcune novità relative al risarcimento per i lavoratori precari del settore pubblico, penalizzati dall’abuso dei contratti a termine. Tra questi, i lavoratori della scuola spiccano, dato che molti di loro sono supplenti da molti anni, anche decenni. Ne abbiamo parlato con Marcello Pacifico, Presidente nazionale di Anief. Il sindacalista ci spiega cosa cambia e chi può beneficiare di queste disposizioni.

Risarcimento ai precari: la nuova norma quali novità contiene?

Presidente Pacifico, può spiegarci la novità prevista dalla norma approvata dal Consiglio dei Ministri riguardo al risarcimento dei precari? Per molti non è chiara.

È una norma che riguarda i precari che hanno più di 36 mesi di servizio. E anche chi di ruolo in passato ha lavorato per più di 36 mesi di servizio su posto vacante e disponibile. Se ha lavorato per più di 36 mesi di servizio su posto vacante e disponibile, per ogni anno di servizio ha diritto a un risarcimento rispetto all’abuso dei contratti a termine.

Cosa cambia nei fatti, rispetto a prima?

Grazie anche alle sentenze ottenute dei legali di ANIEF in Cassazione dal 2016, e a seguito della sentenza della Corte di Giustizia Europea, la sentenza Mascolo, insieme ad altre cause congiunte, si era stabilito che il risarcimento variava da un minimo di 2 a un massimo di 12 mensilità rispetto agli anni di abuso di contratti a termine, dopo i 36 mesi. La nuova norma, di fatto, interviene innanzitutto per legge mentre finora era stata la giurisprudenza a chiarire che c’era un diritto al risarcimento. E la legge dice che questo risarcimento deve essere dato sempre attraverso i ricorsi in tribunale, e quindi sempre dai giudici, e passa dal massimo di 12 fino ad un massimo di 24 mensilità. Quindi si raddoppia il risarcimento rispetto a quanto stabilito in Cassazione.

Marcello Pacifico spiega come beneficiare del provvedimento

Chi vuole beneficiare di questa novità, deve presentare ricorso?

Certamente sì, purtroppo non vengono dati questi risarcimenti per legge. Anief sta chiedendo di prevedere una specifica indennità nel rinnovo del contratto, proprio sull’abuso dei contratti a termine. L’abbiamo chiamata indennità di incarico. Ma se non viene messo nell’atto di indirizzo e non viene finanziata si dovrà, come dice anche la stessa norma, ricorrere in tribunale e dimostrare di avere svolto un lavoro su posto vacante e disponibile. Che significa? Tutti i supplenti al 31 agosto certamente erano su posti vacanti, ma anche i supplenti al 30 giugno che hanno svolto delle supplenze sui posti che erano senza titolare, fanno parte di questa categoria.

Questa decisione del Governo può considerarsi una vittoria importante per i precari, oppure si può fare molto di più?

È una vittoria dovuta certamente alla denuncia di ANIEF in Parlamento Europeo e raccolta anche dal Comitato Europeo per i Diritti Sociali e dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, su una procedura di infrazione che è ancora in corso. Noi riteniamo che questa procedura non possa essere archiviata fino a quando non verrà ripristinato il doppio canale di reclutamento. Proprio come avveniva il reclutamento al tempo delle graduatorie permanenti per poi trasformarle ad esaurimento. Perché oltre a sanzionare, bisogna prevenire l’abuso.

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Quindi – continua Marcello Pacifico – presenteremo degli emendamenti che portino finalmente a ripristinare il doppio canale di reclutamento, che quest’anno abbiamo su posti sostegno, ma che noi riteniamo debba essere esteso anche sul posti curriculari ed esteso anche al personale non abilitato, previa frequenza dei corsi universitari per conseguire l’abilitazione.