Tutto il personale docente, inclusi i precari scuola, deve avere la possibilità di “ottenere un adeguato livello di aggiornamento professionale e formazione“. Bisogna garantire la qualità dell’insegnamento complessivo offerto agli studenti”. Questo è quanto ha stabilito “il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1842/2022”, modificando “il proprio precedente orientamento”. Ciò per evitare un possibile contrasto con gli articoli 3, 35 e 97 della Costituzione, discriminazioni nei confronti dei precari e per rispettare il principio di buon andamento della PA. Questo principio è stato ribadito dieci giorni fa dal Tribunale di Trapani.
Aggiornamento e formazione professionale: diritti dei precari
Il tribunale di Trapani, esaminando il ricorso di una docente difesa dai legali Anief, ha ribadito i diritti dei precari scuola. L’istanza ha portato a un risarcimento di 1.500 euro a favore della docente. Era stata presentata poiché i tre contratti annuali non avevano comportato, come spesso accade per i precari, l’assegnazione della Carta del docente. Il giudice del lavoro ha confermato che i 500 euro annui devono essere assegnati anche ai supplenti.
Nella sentenza del Tribunale di Trapani si ricorda che, per lo stesso Consiglio di Stato, “in materia di formazione del personale docente” le regole sono “dettate dagli articoli 63 e 64 del CCNL di categoria. Regole che pongono a carico dell’Amministrazione l’obbligo di fornire a tutto il personale docente, senza distinzione tra docenti a tempo indeterminato e a tempo determinato, ‘strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio’ (così il comma 1 dell’art. 63 cit.). E non vi è dubbio che tra tali strumenti possa (e anzi debba) essere compresa la Carta del docente”.
L’interpretazione restrittiva proposta dal MIM
“Al contrario”, scrive il giudice del lavoro, “non è accettabile l’argomentazione del Ministero secondo la quale ‘se il legislatore del 2015 avesse voluto includere i docenti a tempo determinato tra i destinatari del bonus, li avrebbe espressamente menzionati nella legge’. L’interpretazione restrittiva proposta dall’Amministrazione, infatti, solleva forti dubbi di costituzionalità, come ben riassunto dal Consiglio di Stato. Inoltre, con un’ordinanza del 18 maggio 2022, la Corte di Giustizia Europea ha affermato che è incompatibile con l’ordinamento comunitario la norma che preclude ai docenti precari il diritto di usufruire dei 500 euro della Carta per l’aggiornamento e la formazione del docente. Questo elemento chiarisce definitivamente che la Carta annuale per l’aggiornamento va assegnata ‘a qualsiasi docente, anche non di ruolo’.”
A Trapani, inoltre, è stato ricordato che i principi favorevoli all’aggiornamento dei precari “sono stati recentemente confermati anche dalla Corte di Cassazione . Con la sentenza n. 29961/2023, ha sancito” una serie di “principi di diritto” con la premessa che “la Carta docente spetta ai docenti non di ruolo con incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche, senza che rilevi l’omessa presentazione, a suo tempo, di una domanda in tal senso diretta al Ministero”.
Anief invita tutti a far valere i propri diritti
Marcello Pacifico, presidente Anief, alla luce dell’ennesima sentenza favorevole ai precari sulla Carta del docente, rinnova l’invito ai tanti supplenti o ex precari scuola. “Ignorare un diritto mancato e il suo risarcimento permette all’amministrazione di continuare a violare, impunemente, quel diritto e molti altri. E continua: Poiché ci hanno dato pienamente ragione, come rilevato dal Tribunale di Trapani, sia la Corte di Giustizia europea, sia il Consiglio di Stato, sia la Cassazione con la sentenza 4090/23, per i tribunali diventa molto difficile sostenere il contrario nell’esame dei singoli ricorsi. Ecco perché – conclude Pacifico – invitiamo calorosamente tutti i precari che abbiano svolto almeno 150 giorni di supplenza l’anno negli ultimi 5 anni a presentare ricorso, così da recuperare i 500 euro per ogni anno scolastico svolto.”