Intorno all’iniziativa della cattedra inclusiva si è instaurato un acceso dibattito, che però a portato anche a numerosi consensi nel mondo scolastico. Il 25 gennaio verrà presentata ufficialmente la proposta di legge che reca le firme di Massimo Nutini, Evelina Chiocca, Raffaele Iosa, Paolo Fasce, Dario Ianes, e punta a ridefinire l’organico dei docenti in un’ottica di reale e piena attuazione della progettualità inclusiva. La presentazione verrà fatta a Roma presso il Centro multimediale Esperienza Europa Davide Sassoli, con la collaborazione del Parlamento e della Commissione europea. Le linee generali erano già state esposte durante il tradizionale Convegno Erickson, svoltosi a Rimini lo scorso 19 novembre 2023. Tra i promotori è intervenuta nelle scorse ore Evelina Chiocca rispondendo ad alcune critiche. Vediamo intanto di capire in cosa consiste l’iniziativa.

Proposta di legge sulla cattedra inclusiva: in cosa consiste

Si obietta che la cattedra mista potrebbe portar via dei posti di lavoro sul sostegno, ma questo non è vero. La verità è che ci sono insegnanti che non vogliono lavorare con gli alunni con certificazione: lo vediamo in classe, lo sentiamo nelle sale insegnanti, lo leggiamo sui social“. Queste le parole della Prof. Chiocca nell’intervista rilasciata a Orizzonte Scuola, aggiungendo come la proposta di legge vorrebbe solo obbligare tutti gli insegnanti ad occuparsi degli alunni disabili in classe.

La proposta di legge prevede un’iniziale fase transitoria di 5 anni in cui tutti i docenti saranno sottoposti ad un’opportuna formazione per acquisire le competenze professionali necessarie per lavorare con tutti gli alunni della classe. Viene stabilito poi che “a decorrere dal sesto anno scolastico successivo all’entrata in vigore della legge, nelle scuole di ogni ordine e grado tutti i docenti incaricati sui posti comuni effettuano una parte del loro orario con incarico su posto di sostegno, mentre tutti i docenti con incarico su posto di sostegno effettuano, anche nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa dell’istituto, una parte del loro orario su posto comune.” Non tutti saranno comunque da subito coinvolti e non si prospetterà un’applicazione vincolante per tutti: coloro che abbiano “l’età anagrafica di anni sessanta o che abbiano maturato un’anzianità di servizio superiore ai venticinque anni” potranno essere non coinvolti, a eccezione di coloro che, invece, chiederanno di poter partecipare attivamente alla nuova forma organizzativa.

A ciò si aggiunga l’istituzione di due nuovi organismi operativi, nell’ottica della semplificazione: un “coordinamento pedagogico”, presso ciascuna istituzione scolastica e un “coordinamento pedagogico territoriale”, che comprenderà i CTS, i CTRH, i CTI, le scuole-polo per l’inclusione e i GIT, gruppi non ancora operativi.

L’esempio pratico di Evelina Chiocca

Nel corso dell’intervista a Orizzonte Scuola Evelina Chiocca ha fatto un esempio pratico di come si articolerebbero gli orari se dovesse passare l’idea della cattedra inclusiva:

L’incarico misto significa che a ogni docente viene ad esempio assegnato l’incarico di matematica, mettiamo, di 7 ore in una classe e poi ne farà anche 2 ore o 4, a seconda dell’organizzazione della scuola, di sostegno sull’alunno o sull’alunna. Le altre ore saranno svolte da altri insegnanti con lo stesso criterio, fino ad arrivare alle 20 ore assegnate E se sono assegnate 20 ore di sostegno devono risultare tutte. Una parte le fa uno e un altro e un altro. Più è alto il numero di insegnanti coinvolti, meglio è. Non esiste un pacchetto predefinito, esiste invece la possibilità di utilizzare il docente sulla sua disciplina e anche alcune ore come sostegno. Quello che conta è che le ore debbano ritornare tutte. Questo dovrebbe promuovere la corresponsabilità dei docenti sia nelle azioni sia nella progettazione.