Sta dilagando in tutta Europa la protesta degli agricoltori. In diversi paesi europei i trattori sono in azione e in movimento verso sedi istituzionali per porre l’attenzione su un settore in estrema difficoltà. Ci sono tante ragioni alla base della protesta che poi assume un connotato diverso da paese a paese. Ragioni comuni sono però la necessità di trovare formule che consentano di generare redditi più alti e la necessità di mettere in campo da parte delle istituzioni europee aiuti più importanti e ideati meglio per il settore.
E ancora la contrarietà ai rigidi paletti del Green Deal e la richiesta di un allentamento delle normative a carattere ambientale che mettono a rischio l’esistenza stessa delle aziende. Si pongono anche molti altri temi come le maggiori tutele necessarie visto l’aumento della frequenza di eventi climatici estremi, politiche per affrontare il caro energia, epidemie e maggiore attenzione alla concorrenza di prodotti realizzati in altre parti del mondo che invadono il mercato europeo con standard di qualità inferiori e prezzi ovviamente molto più bassi di vendita. E questa è solo una parte delle tematiche poste sul tavolo.
Le manifestazioni in Italia e la posizione della premier Giorgia Meloni
In Italia ad esempio i manifestanti sono arrivati alla sede del consiglio Regionale della Lombardia mentre in Europa sono arrivati nella zona dell’Europarlamento. Ma sono state molteplici su tutto il territorio continentale le manifestazioni. “Sul tema degli agricoltori, ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un post su Facebook – ribadisco che l’approccio ideologico, finora tenuto in Europa, è stato sbagliato: non si può scambiare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale. In Italia è un tema che abbiamo già affrontato quest’anno con un importante lavoro a favore del mondo agricolo, sia dal punto di vista economico che da quello della sostenibilità. Continueremo a sostenere le loro istanze anche nelle sedi europee”.
Le proteste negli altri paesi europei
In Francia la situazione è molto calda. Il Governo ha deciso di abbandonare i piani per ridurre gradualmente i sussidi statali sul diesel agricolo e promesso un allentamento delle normative ambientali. Gli agricoltori non lo considerano sufficiente e continuano la mobilitazione. In Germania ad esempio la protesta è incentrata sulla cancellazione dei sussidi sul gasolio agricolo e contro il ripristino della tassa sulle macchine agricole. In Olanda gli imprenditori agricoli tentano di difendere gli allevamenti a rischio chiusura. La direttiva europea mira infatti a ridurre drasticamente le emissioni di azoto di cui sono responsabili gli allevamenti intensivi.