Non si arresta la protesta dei docenti precari in merito al bando del secondo concorso PNRR. Le criticità sono evidenti: siamo di fronte a due procedure che si stanno accavallando tra di loro. Le immissioni in ruolo dalle GM del primo concorso PNRR devono infatti concludersi entro il 31 dicembre 2024, altrimenti verranno rinviate all’a.s 2025/26. Come se non bastasse le prove orali in alcune regioni e per alcune classi di concorso si protrarranno ancora nei primi mesi del 2025 (quando, nel frattempo, potrebbe essere fissata, tra l’altro, la prova scritta della seconda procedura), lasciando i candidati nell’incertezza di iscriversi o meno al secondo concorso appena bandito, non sapendo se risulteranno vincitori. E poi c’è la questione dei tanti idonei, sfiduciati all’idea di dover nuovamente affrontare un secondo concorso (‘gemello’ rispetto al primo), per di più per una manciata di posti. Sulla tematica è intervenuto nelle scorse ore Mario Pittoni (Lega).
Concorsi PNRR: “Fin da subito abbiamo avviato interlocuzioni con la Commissione Europea”
Mario Pittoni, Responsabile Nazionale Dipartimento Istruzione Lega, già Presidente della Commissione Cultura al Senato e di fresca nomina in qualità di esperto per l’Istruzione ad opera del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, si è da sempre mostrato vicino alle problematiche che attanagliano il mondo dei precari della scuola. E nelle ultime ore ha così deciso di spiegare su cosa si fondano le criticità legate ai concorsi PNRR e cosa si sta facendo al Ministero per cercare di ovviarle.
In un recente post sulla propria pagina ufficiale Facebook ha infatti dichiarato: “Avvertivo da almeno quattro anni che la cadenza annuale (con conseguente eliminazione delle graduatorie di merito) dei concorsi per titoli ed esami dei docenti è impossibile. Ma il Governo precedente non ha voluto sentir ragione, impegnandosi in tal senso con Bruxelles. Ora se ne pagano le conseguenze con le criticità evidenziate dai concorsi Pnrr.
Ovviamente non ce ne siamo stati zitti e col nuovo Governo abbiamo subito avviato interlocuzioni con la Commissione europea per cominciare a smontare un impianto palesemente fuori dalla realtà. L’anno scorso, dopo mesi di acceso confronto, siamo riusciti a creare un precedente col via libera dell’Ue alla restituzione delle graduatorie di merito ad esaurimento agli idonei del concorso ordinario 2020. Adesso, con i concorsi Pnrr, siamo al secondo round. Stiamo cioè provando a convincere la Commissione europea a estendere le graduatorie di merito (salvaguardando i diritti di chi è in liste d’attesa precedenti) anche ai concorsi Pnrr.
Il confronto successivo con Bruxelles riguarderà il superamento del precariato. Gli ultimi anni hanno visto la crescita esponenziale delle supplenze a scapito della stabilizzazione dei docenti, prima garanzia di qualità dell’istruzione. Va quindi velocizzato il reclutamento a tempo indeterminato diversificando i meccanismi: non più solo concorsi per titoli ed esami, ma attenzione pure a merito ed esperienza prendendo in considerazione le graduatorie di merito come già avviene nei casi autorizzati dall’Europa sul sostegno agli studenti con difficoltà.”