prova scritta e svolgimento tema
prova scritta e svolgimento tema

Mentre si attende il secondo concorso PNRR e deve ancora ultimarsi il primo, a tratti non mancano dibattiti, sui vari social, sulle modalità di espletamento delle prove, ritenuti poco meritocratici a detta di alcuni. E così ecco comparire la proposta da parte di un utente: “Perchè non tornare al vecchio e temuto svolgimento del tema?” L’idea non sembra aver attecchito tra gli altri colleghi docenti, con alcuni sporadici commenti ironici che ne mettono in dubbio non solo la fattibilità ma anche la media di coloro che sarebbero in grado di superare una prova scritta così impostata.

Prova scritta: perchè non tornare al tema?

Ormai la prova scritta dei concorsi ordinari rivolti ai docenti è ‘computer-based’, con domande a risposta multipla che richiamano l’impostazione della prova preselettiva, per cercare di scremare tra i partecipanti già in questa fase della procedura (obiettivo comunque non riuscito se guardiamo al primo concorso PNRR che ha visto circa l’80% degli ammessi alla prova orale).

L’impostazione degli attuali concorsi non piace ad alcuni insegnanti che sui social hanno avanzato la possibilità di tornare allo svolgimento del tema, almeno per quanto riguarda alcune classi di concorso. Certo, questo comporterebbe maggiori lungaggini nella correzione da parte delle commissioni, e oggi sembra essere un metodo selettivo e valutativo ormai superato. Ma potrebbe essere considerato maggiormente meritocratico? A detta di alcuni sì, che però hanno accompagnato la risposta con commenti ironici: “Col tema il numero di bocciati sarebbe altissimo e i ricorsi infiniti“.

Come si svolgeva una volta la prova scritta

A titolo esemplificativo possiamo tornare al concorso ordinario della scuola primaria indetto nel 1999 (D.D.G. 2 aprile 1999) quando ancora si svolgeva appunto il tema nella priva scritta, lasciando ai candidati un massimo di 6 ore nello svolgimento dello stesso, e consentendo l’utilizzo del dizionario italiano. Le tracce dei temi scelti dal MIM (allora denominato semplicemente ‘Ministero dell’Istruzione’) da sottoporre ai candidati furono le seguenti:

  • “Nel vigente programma di scienze si afferma che la “finalità di detta educazione è l’acquisizione da parte del fanciullo di conoscenze ed abilità che ne arricchiscono la capacità di comprendere e rapportarsi con il mondo e che, al termine della scuola dell’obbligo, lo pongano in grado di riconoscere quale sia il ruolo della scienza nella vita di ogni giorno e nella società odierna e quali siano le sue potenzialità e i suoi limiti”. Il candidato esemplifichi un progetto di educazione scientifica idoneo, a suo parere, a far conseguire le suindicate abilità e consapevolezze.”
  • “Una analisi dei sistemi scolastici nei principali paesi europei evidenzia il costante rilievo che viene assegnato all’educazione musicale di base del cittadino. Il candidato dica qual è a suo parere il significato culturale di un tale orientamento e indichi le finalità formative, le strategie organizzative e gli strumenti operativi per l’incremento e la diffusione della cultura musicale nella scuola di tutti, con particolare riferimento a quella primaria.”
  • “Il rapido espandersi della tecnologia e dei mezzi informatici apre ampi spazi al ripensamento critico dei processi di insegnamento-apprendimento. Illustri il candidato il ruolo delle innovazioni tecnologiche nella valorizzazione delle potenzialità cognitive e comunicative dell’alunno, con riferimento alla programmazione didattica e alla organizzazione dell’ambiente di apprendimento e alla individuazione dei percorsi di costruzione del sapere.”