La vicenda dei docenti delle scuole paritarie, ai quali oggi viene negato il punteggio pre-ruolo nella ricostruzione carriera, rappresenta una delle più gravi ingiustizie perpetrate ai danni dei lavoratori della scuola. Lo Stato italiano ha mancato di rispettare l’impegno di garantire il mantenimento di condizioni di lavoro eque e stabili. Gli insegnanti a tempo determinato delle scuole paritarie si trovano in una situazione simile a quella dei loro colleghi a tempo indeterminato nelle scuole statali per tipo di lavoro, formazione e impiego. Essi svolgono le stesse mansioni e possiedono le medesime competenze disciplinari, pedagogiche, metodologiche, didattiche, organizzative e relazionali, sviluppate attraverso l’esperienza didattica, riconosciuta dalla normativa interna come identica ai fini dell’assunzione a tempo indeterminato mediante lo scorrimento delle Graduatorie Permanenti, ora ad esaurimento (cfr. art. 2, comma 2, del D.L. n. 255/2001). Ma non è tutto.

Scuole paritarie, disparità di trattamento

Cosa possono fare i docenti delle scuole paritarie per proteggere i loro diritti? Devono rendere “dormiente” la loro posizione di credito giuridico ed economico verso lo Stato. Il decreto di ricostruzione di carriera è un atto amministrativo e contabile che può essere contestato in ogni sua parte se nega diritti pregressi all’interessato, come il pre-ruolo paritario.

I decreti di ricostruzione emessi oggi in favore dei docenti italiani negano, con punteggio pari a zero, il punteggio maturato. È come se il docente, prima dell’immissione nei ruoli dello Stato a tempo indeterminato, non avesse lavorato. Questa negazione, immotivata e illegittima, deve essere contestata immediatamente, altrimenti il docente acconsentirà alla negazione del proprio diritto e lo perderà per sempre.

Attenti alla prescrizione

È essenziale non far prescrivere il diritto vantato. Contestate il decreto di ricostruzione in modo tempestivo e assicuratevi di mantenere il diritto dormiente, pronto a essere rivendicato quando le condizioni giuridiche lo permetteranno. L‘avvocato Angela Maria Fasano, nel video di oggi, spiega cosa è necessario fare.