Martelletto Tribunale
Martelletto Tribunale

Il mobbing è un fenomeno che sembra sempre più frequente in ambito lavorativo. E anche a scuola non mancano episodi di questo tipo affrontati nelle aule di tribunale. Riportiamo di seguito un caso culminato col risarcimento a favore di un docente Irc vittima di atti persecutori e vessatori da parte di una Dirigente Scolastica. Di seguito i dettagli.

Cos’è il mobbing

Quando si parla di mobbing si fa riferimento a quella serie di atti persecutori, spesso aggressivi, vessazioni, umiliazioni, compiuti dal datore di lavoro o dai colleghi sul luogo di lavoro, con la finalità di emarginare il soggetto che ne è vittima. La Cassazione ha più volte affrontato la tematica arricchendola di condizioni affinchè possa configurarsi questa fattispecie: gli atti non devono essere episodici ma reiterati e molteplici, e devono essere mirati all’isolamento, alle variazioni delle mansioni lavorative e agli attacchi alla reputazione. Fondamentale è l’intento persecutorio, quindi la chiara volontà di tormentare il lavoratore.

Può considerarsi reato penale il mobbing? Dipende. Nel nostro ordinamento non è prevista una specifica fattispecie di reato. Non esiste cioè una norma penale che prevede che quelle determinate condotte compiute sul luogo di reato costituiscano reato. Nonostante ciò i vari comportamenti posti in essere, presi singolarmente, rientrano in alcuni reati tipizzati dal nostro legislatore. La Cassazione ha più volte stabilito che le condotte di mobbing possono integrare diverse fattispecie criminose. Pensiamo ad esempio al delitto di maltrattamenti in famiglia: è il caso di atti compiuti in piccole realtà lavorative equiparate a rapporti parafamiliari; oppure il reato di violenza privata, se la condotta vessatoria ha avuto per effetto il costringimento della vittima ad un determinato comportamento (accettando ad esempio svantaggiosi dimensionamenti lavorativi); o ancora il reato di minaccia.

La recente sentenza: DS condannato a risarcire una docente

Di recente si è avuta una vicenda di mobbing in ambito scolastico, conclusasi favorevolmente per la vittima. Con la sentenza n. 1814/2024 del 23 dicembre 2024 il Tribunale di Nocera Inferiore ha condannato una Dirigente Scolastica al risarcimento di una somma pari a 10.896 euro per danni all’immagine e alla salute subìti da un docente di Religione Cattolica, oltre all’annullamento di sanzioni disciplinari illegittimamente irrogate alla stessa. Il Tribunale ha condannato in solido anche il Ministero, in quanto a conoscenza dei fatti.

Il docente lamentava la mancata attivazione di attività alternative all’insegnamento della religione cattolica nell’a.s. 2018/2019, come previsto dalla legge. A fronte delle sue rimostranze, la Dirigente avrebbe reagito perpetrando a danno dall’insegnante ripetute condotte vessatorie, tra cui denigrazioni, ridicolizzazioni in sede di scrutini e collegio docenti, sanzioni disciplinari infondate, una denuncia per falso in atto pubblico (poi archiviata) e pressioni sul vescovo per il trasferimento del docente stesso.

Nella sentenza di condanna il giudice ha fatto leva sul chiaro intento persecutorio posto in essere dalla Dirigente Scolastica.