Prosegue l’iter che potrebbe condurre all’indizione del referendum sull’autonomia differenziata nella primavera 2025. La Cassazione ha dato il suo ok, ora tocca alla Corte Costituzionale. In caso di esito favorevole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fisserà una data che dovrà necessariamente cadere in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Vediamo di seguito i dettagli.
Referendum autonomia differenziata: a che punto siamo?
Nel 2025 gli italiani potrebbero essere chiamati alle urne per votare sull’abrogazione totale dell’autonomia differenziata. La Cassazione ha dichiarato con ordinanza il 3 dicembre scorso la legittimità del referendum, dopo che qualche mese fa la Corte Costituzionale aveva demolito gran parte della Riforma Calderoli di cui si chiede l’eliminazione. Non è invece arrivato il via libera al quesito presentato dai consigli regionali, che dal canto loro puntavano all’abrogazione parziale.
Nella decisione della Cassazione si legge: “il regionalismo corrisponde a un’esigenza insopprimibile della nostra società, come si è gradualmente strutturata anche grazie alla Costituzione” e “spetta, però, solo al Parlamento il compito di comporre la complessità del pluralismo istituzionale“. E ancora: “la vigente disciplina costituzionale riserva al Parlamento la competenza legislativa esclusiva in alcune materie affinché siano curate le esigenze unitarie (art. 117, secondo comma, Cost.)“.
La Consulta avrà ora tempo fino al 20 gennaio 2025 per potersi esprimere definitivamente sull’ammissibilità del referendum.
I commenti sul fronte politico
Tra i primi a commentare l’ordinanza della Cassazione il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, il quale ha dichiarato: “Io intendo andare avanti (…) Mi rammarico che il primo organismo che ha ricevuto questa ordinanza sia il giornale La Repubblica, che non mi sembra un organo costituzionale. Vuol dire che c’è una talpa che ha passato ai giornali la notizia, e questa non è leale collaborazione tra organi dello Stato.”
“Crediamo che dopo la pronuncia della Corte costituzionale che ha smontato l’Autonomia bisognerebbe che il governo si fermasse, che fermasse i negoziati e che abrogasse questo testo, per recuperare credibilità dopo lo strafalcione che hanno fatto presentando una riforma che la Corte ha smontato“. Queste invece le parole della segretaria del Pd Elly Schlein intervistata a ‘L’aria che Tira’, su la 7, commentando il via libera della Cassazione al referendum.