La possibilità di recuperare lo scatto del 2013, fondamentale per la progressione di carriera del personale docente e ATA, è ancora oggetto di dibattito. Il blocco dello scatto stipendiale per l’anno 2013 non è stato inizialmente recuperato, contrariamente a quanto avvenuto per gli anni 2011 e 2012. Tuttavia, ci sono novità importanti: recenti sentenze, come quella della Corte d’Appello di Firenze del 2024, hanno riconosciuto il diritto al recupero di questo scatto, aprendo la strada a nuovi ricorsi. Una lettrice chiede: “Vorrei sapere se lo scatto 2013 se ha una scadenza”. Ha risposto alla domanda l’Avvocato Fabio Rossi, nel corso del nostro webinar su YouTube dedicato all’argomento.

Il recupero dello scatto del 2013 ha una scadenza?

Bisogna distinguere bene due aspetti, spiega l’Avvocato Rossi. Per avere riconosciuto un periodo di servizio (nel caso in esame quello coincidente con l’anno 2013) non vi sono limiti di tempo. Come più volte riconosciuto dalla giurisprudenza lavoristica, il relativo diritto è imprescrittibile. Ciò in quanto l’anzianità professionale viene a costituire un vero e proprio status giuridico del lavoratore di cui va sempre e comunque tenuto conto.

Per quanto, invece, riguarda il minor stipendio percepito a causa della ridotta anzianità riconosciuta dall’Amministrazione scolastica, se non si agisce entro 5 anni dal pagamento degli stipendi le relative differenze retributive cadranno in prescrizione. Quindi, il lavoratore della scuola potrà sì agire adesso, nel 2024 per la prima volta, per il recupero delle differenze stipendiali legate alla mancata valutazione del 2013. Ma la pronunzia, sul piano strettamente economico, avrà effetto soltanto con riguardo alle retribuzioni degli ultimi 5 anni e (ovviamente) per quelle future.

Inviare una diffida

Il consiglio è, dunque, quello – se non si vuole o non si può avviare subito un’azione giudiziale – di inviare, comunque, una diffida, con pec o posta raccomandata, con cui si intima all’amministrazione di valutare l’anno 2013 ai fini della propria progressione di carriera e di pagare le relative differenze retributive rispetto a quanto già erogato. Questo sarà sufficiente, al pari dell’azione giudiziale, a bloccare la prescrizione per ulteriori 5 anni.