La riduzione della Carta Docenti da 500 a 425 euro per l’anno scolastico 2024/25 ha scatenato forti reazioni nel mondo scolastico. USB lo definisce “un provvedimento vergognoso”. Iniziata con la Legge 107/2015 per sostenere l’aggiornamento professionale, questa misura viene oggi ridimensionata per finanziare la Scuola di Alta Formazione e le sue attività di tutoraggio e percorsi triennali. Che sono destinati a una piccola parte di docenti che, solo dopo 9 anni, potrebbero ricevere un bonus di 5.000 euro. Si tratta di risorse sottratte agli insegnanti, già sottoposti a una retribuzione inadeguata, per finanziare programmi poco inclusivi e molto selettivi.
Riduzione Carta docenti: un impatto non solo economico, ma anche simbolico
Questo taglio colpisce duramente gli insegnanti che utilizzano la Carta Docenti per acquistare libri, aggiornamenti professionali e partecipare a eventi culturali. In un contesto in cui i docenti già affrontano salari inadeguati rispetto al costo della vita, questa riduzione invia un messaggio preoccupante: la formazione e la professionalità degli insegnanti non sono priorità per il governo. Mentre si aprono tavoli contrattuali che non tengono il passo con l’inflazione, i lavoratori della scuola si trovano ancora una volta ai margini.
“Poca roba dal punto di vista economico, ma tanto dal punto di vista simbolico, per un pezzo di salario che moltissimi docenti hanno utilizzato per una formazione che spesso, a causa del livello salariale inadeguato al quale sono sottoposti, risulta impossibile da costruire” scrive il sindacato. Per opporsi a questo provvedimento, il mondo della scuola si prepara a mobilitarsi, con una manifestazione prevista il 12 ottobre 2024 a Roma, per rivendicare il diritto alla formazione e alla valorizzazione della professione docente.