Anche nel 2025 la Riforma pensioni rischia di slittare a data da destinarsi. A fine anno infatti scadranno definitivamente Quota 103 contributiva, Opzione donna e l’Ape sociale e per ora il Governo sembrerebbe non aver ancora trovato una soluzione per il futuro previdenziale del nostro Paese. Delle prime indicazioni potrebbero, però, arrivare con il Def che sarà presentato a metà aprile.
Riforma pensioni 2025 a rischio rinvio
Alla fine di quest’anno il Governo dovrà decidere quali soluzioni adottare per superare Quota 103 contributiva, Opzione donna e l’Ape sociale che cesseranno ufficialmente di esistere. Tuttavia, complici gli impegni elettorali a livello regionale ed europeo e l’avvio della riforma fiscale, il dibattito sul fronte pensionistico si è interrotto e ad oggi non ci sono precise indicazioni su che cosa accadrà nel 2025.
Per il momento i presupposti per far scattare una riforma strutturale delle pensioni sarebbero alquanto ridotti. Non si esclude, quindi, possa esserci un ulteriore slittamento della tabella di marcia. In tal caso l’Esecutivo dovrà comunque decidere se prorogare di un anno Quota 103 nell’attuale forma oppure se dovrà trovare qualche altra soluzione come ad esempio l’introduzione di Quota 104, con l’uscita dal lavoro a 63 anni di età e 41 di contributi versati. Ad ogni modo, come hanno ricordato la premier Giorgia Meloni e la ministra del Lavoro Marina Calderone, l’obiettivo del Governo resta quello di attuare una riforma equa e flessibile.
In arrivo possibili indicazioni dal Def
A metà aprile il Governo consegnerà il Def, il Documento di Economia e Finanza, che darà una rappresentazione del quadro macroeconomico del 2024 con alcune indicazioni sugli obiettivi per il 2025 e per gli anni successivi, che saranno poi fissati in modo definitivo con la Nota di aggiornamento attesa a fine settembre. È probabile quindi che in questa sede vengano anche forniti alcuni indizi a proposito della Riforma pensioni 2025. Anche se l’ipotesi principale è che non ci sarà troppo margine per avviare una trasformazione completa del sistema previdenziale. Per i sindacati, tuttavia, la Riforma pensioni resta sempre la priorità. Cgil, Cisl e Uil chiedono infatti che sia subito riavviato il tavolo sulla previdenza per individuare soluzioni alternative che garantiscano maggiore flessibilità in uscita e forme di garanzia per i giovani.