Se da un lato la Lega di Matteo Salvini sostiene a spada tratta l’ipotesi di introdurre Quota 41 senza limiti anagrafici già nel 2025 nell’ambito della Riforma delle pensioni, dall’altro Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno ancora una serie di riserve per via degli elevati costi. Giorgia Meloni e Antonio Tajani, infatti, continuano a basare la politica economica dell’Esecutivo sul criterio fondamentale della stabilità della finanza pubblica.
Pensioni anticipate 2025: la Lega insiste su Quota 41
Il leader della Lega Matteo Salvini e il sottosegretario al lavoro anch’egli leghista Claudio Durigon continuano a portare avanti la loro battaglia affinché il Governo il prossimo anno decida di introdurre Quota 41 senza limiti anagrafici nell’ambito della riforma pensionistica. L’idea sarebbe quella di sostituire l’attuale Quota 103 con Quota 41 con il calcolo contributivo dell’assegno per cercare di ridurre i costi e rendere così la misura sostenibile per la casse dello Stato.
“Nella prossima manovra porteremo Quota 41 con il ricalcolo contributivo al posto di Quota 103“. Ha più volte ribadito Durigon. “È sostenibile, è l’anno giusto per farla, ha forza e gambe per durare un decennio. Speriamo poi di rinnovare Opzione donna e Ape sociale“. Ha aggiunto subito dopo. “Studiamo incentivi per rimanere al lavoro, in alcune professioni come quelle mediche. E interverremo ancora sull’indicizzazione degli assegni: non è giusto dare la stessa inflazione a tutti, meglio sostenere le pensioni basse”.
La posizione di FdI e FI
Il problema tuttavia, secondo Giorgia Meloni, Antonio Tajani e il ministro dell’Economica Giancarlo Giorgetti, sarebbe di natura ‘politica’. Non è ancora chiaro infatti da dove verrebbero prese le risorse da destinare alla possibile introduzione di Quota 41. Ad ogni modo, ad influire sulla decisione finale, sarà in primo luogo il nuovo Piano strutturale di bilancio che l’Italia dovrebbe presentare all’Unione europea entro il prossimo 20 settembre. A ciò si aggiunge inoltre il fatto che nella Legge di Bilancio 2025 dovrà trovare spazio e fondi anche la riconferma del taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef, entrambi in vigore solo per quest’anno. Resta quindi da vedere se in questo delicato contesto l’Esecutivo vorrà investire una quota significativa delle scarse risorse in gioco nel capitolo pensioni.