Pensioni
Cartello Quota 41

Si avvicina sempre di più la scadenza di Quota 103 prevista per la fine dell’anno, nel frattempo il Governo è al lavoro per trovare una valida alternativa per la pensione anticipata; a tal proposito la Lega lancia la nuova proposta della Quota 41 in versione ‘light’, al fine di far risparmiare risorse preziose alle casse dello Stato.

Riforma pensioni: cos’è e come funzionerebbe Quota 41 ‘light’

Da tempo il Governo sta lavorando alla prossima Riforma delle pensioni. Alla fine dell’anno infatti, senza un ulteriore rinnovo, scadranno ufficialmente molte delle misure attualmente in vigore, fra cui Quota 103, Opzione donna e Ape sociale. La Lega, dal canto suo, vorrebbe introdurre a partire dal 2025 la cosiddetta Quota 41 per tutti, cioè senza limiti anagrafici.

Tuttavia si tratterebbe di una soluzione molto costosa per le casse dello Stato. Motivo per cui il vice premier Matteo Salvini e il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon avrebbero avanzato l’ipotesi di una Quota 41 in versione ‘light‘, basata sul calcolo dell’assegno con il sistema contributivo puro.

Pro e contro

L’introduzione di Quota 41 ‘light’ avrebbe certamente alcuni indiscutibili vantaggi. In primo luogo, la Riforma delle pensioni costerebbe di meno e occorrerebbero minori risorse per attuarla. Di contro, però, accettare il calcolo dell’assegno con il sistema contributivo puro comporterebbe un taglio dell’assegno pensionistico compreso tra il 15 e il 30%. In questo senso Durigon avrebbe già pronta una possibile soluzione.

Come ha spiegato lui stesso in una recente intervista rilasciata a La Gazzetta del Mezzogiorno, per rendere l’assegno meno ‘light’ bisognerebbe potenziare il secondo pilastro della previdenza. “Per evitare trattamenti da fame, vogliamo implementare la previdenza complementare“. Ha dichiarato il sottosegretario al Lavoro. Ad ogni modo, a settembre si terrà un nuovo incontro con i sindacati per discutere circa le proposte in gioco. È probabile tuttavia che Quota 41 ‘light’ possa andare incontro ad una serie di critiche sia da parte dei sindacati che dell’opposizione, in particolare per quanto riguarda rispettivamente la decurtazione dell’assegno e la previdenza complementare.