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Pensionati

Continuano i lavori per definire come si esplicherà la Riforma pensioni 2025. Il timore ad oggi è che anche quest’anno la questione si risolva dopo l’estate con qualche semplice proroga delle misure attualmente in vigore. Al momento ciò che sappiamo è che il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL) deve elaborare una proposta che dovrà essere sottoposta all’attenzione del Governo entro il mese di luglio. Entro fine ottobre, invece, dovrebbe arrivare una proposta di disegno di legge di riforma del sistema pensionistico.

Riforma pensioni 2025: disegno di legge previsto per ottobre

Il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL) sta elaborando una proposta di riforma del sistema pensionistico. Nello specifico, dovrà consegnare entro luglio quattro documenti tecnici sui seguenti argomenti:

  • casse dei liberi professionisti;
  • previdenza complementare;
  • previdenza obbligatoria;
  • contribuzione.

Entro fine ottobre, invece, dovrà arrivare una proposta vera e propria di disegno di legge, elaborata da un gruppo di lavoro coordinato da Domenico Garofalo, presso un tavolo al quale parteciperanno anche i rappresentanti ISTAT, INPS e Banca d’Italia.

Quali sono i piani del Governo

Ovviamente resta ancora da capire come intende procedere il Governo. Da un lato c’è la possibilità che inserisca le misure pensionistiche già nella nuova Legge di Bilancio. Dall’altro potrebbe voler rimandare la questione a gennaio, attraverso un apposito disegno di legge. Nel primo caso, il più probabile, ci si aspetta che l’Esecutivo si limiti a prorogare Opzione donna, l’Ape sociale e Quota 103 contributiva con qualche possibile modifica.

Un’ipotesi è che questa misura possa essere rimpiazzata eventualmente da Quota 41 per tutti, ma con il calcolo dell’assegno con il sistema contributivo puro, come auspicato dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. Di fatto, si tratterebbe di una ‘naturale’ evoluzione dell’attuale Quota 103 che prevede l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi e un’età minima di 62 anni. In pratica, si andrebbe ad eliminare il requisito anagrafico, mantenendo quello dei contributi e il calcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo.