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Mentre la Lega continua a voler introdurre Quota 41 senza limiti anagrafici già a partire dal 2025, l’ex ministro del Lavoro e docente dell’Università di Torino Elsa Fornero, nel corso di un incontro nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma, ha espresso la propria opinione sull’argomento. “Non è sostenibile” ha dichiarato. Ecco perché dal suo punto di vista Quota 41 non sarebbe altro che un’utopia.

Riforma pensioni 2025: ritorna la Legge Fornero?

Sono sostanzialmente due gli scenari possibili a partire dal 2025 per il sistema pensionistico italiano. Da un lato il Governo vorrebbe riuscire a superare la Legge Fornero garantendo l’uscita anticipata dal lavoro a chi ha determinate caratteristiche. In questo senso è possibile che l’anno prossimo venga introdotta Quota 41 senza limiti anagrafici in cambio del calcolo contributivo dell’assegno oppure possa essere prorogata Quota 103 nella versione attuale. Dall’altro lato, però, la Ragioneria generale dello Stato e l’Ue cercano di frenare le uscite anticipate. Di conseguenza si potrebbe anche puntare ad un ripristino della Legge Fornero stessa.

Le dichiarazioni di Elsa Fornero su Quota 41

L’economista Elsa Fornero al Festival dell’Economia di Trento ha apertamente bocciato Quota 41. “Il sistema pensionistico attuale è abbastanza sostenibile. Quota 41 non è sostenibile. È inutile parlare di controriforme ma aiutiamo le persone che sono in difficoltà. Quello che è sbagliato è pensare di risolvere i problemi con il pensionamento anticipato“. Ha dichiarato l’ex ministro del Lavoro. “Il sistema pensionistico è una casa comune con all’interno le persone anziane, quelli meno anziani, i giovani, i bambini. La casa è comune. È un legame, un contratto generazionale scritto dallo Stato. Quando si fanno le promesse bisogna pensare che saranno i giovani a pagarle”.

La Fornero ha infine ribadito: “Con le promesse si creano delle crepe alla casa. Per ora abbiamo chiuso molte crepe. Ci sono due elementi per valutare se la situazione è sostenibile: la demografia, con i giovani a cui bisogna dare dei giovani, e l’economia. Le pensioni non dipendono dalla promesse ma dal lavoro delle persone, dalla qualità di occupazione e dalla retribuzione”.