Le misure introdotte quest’anno sul fronte pensioni sembrano voler spianare la strada a quella che dovrebbe essere la Riforma strutturale del sistema previdenziale che dovrebbe aver luogo nel 2025. A tal proposito, il Governo è tornato a parlare di Quota 41 e di giovani. Quali sono le novità a riguardo?
Riforma pensioni 2025: torna in gioco Quota 41
Nel 2024 i lavoratori potranno andare in pensione prima accedendo alla pensione anticipata ordinaria, a Quota 103, ad Opzione donna oppure all’Ape sociale a seconda dei casi, purché in possesso di una serie di requisiti più stringenti rispetto al passato. L’intento del Governo è dunque quello di disincentivare le uscite anticipate, rendendone le condizioni meno vantaggiose a livello economico attraverso il calcolo dell’assegno con il sistema contributivo puro.
Così facendo, si andrebbe a spianare la strada per la Riforma che dovrebbe vedere la luce nel 2025. Infatti, in un contesto in cui la maggior parte degli assegni pensionistici è calcolata interamente con il metodo contributivo, estendere Quota 41 non dovrebbe essere così proibitivo per le casse dello Stato. Ricordiamo a tal proposito che il Governo Meloni si è posto di introdurre Quota 41 senza limiti anagrafici entro la fine della legislatura.
Pensione giovani
Un altro punto della Riforma pensioni caro al Governo Meloni è la questione relativa ai giovani. Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 andrà in pensione più tardi, in alcuni casi anche oltre i 70 anni, e con assegni più bassi a causa di carriere discontinue e del sistema contributivo. “Non si può scaricare su chi non si può difendere” ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno. Pertanto, già con l’ultima manovra i giovani potranno lasciare il lavoro a 67 anni come gli altri, purché abbiano maturato una pensione almeno pari all’assegno minimo.