Il numero sempre crescente di pensionati, le carriere discontinue dei giovani, gli stipendi bassi e la spesa complessiva delle pensioni e dell’assistenza negli ultimi anni hanno cominciato a gravare sempre di più sul nostro sistema previdenziale. Motivo per cui occorre trovare quanto prima un punto di equilibrio. A tal proposito, è stata avanzata l’ipotesi di un superbonus per chi resta a lavoro fino ai 71 anni.

Riforma pensioni: ipotesi superbonus per chi lavora fino a 71 anni

Nel corso dell’undicesimo Rapporto sul Bilancio previdenziale italiano, il presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla ha evidenziato come ad oggi la spesa previdenziale sia “tutto sommato sotto controllo”. Tuttavia, per preservare il sistema e prevenire possibili difficoltà future occorre intervenire quanto prima con azioni mirate. A tal proposito, ha avanzato una serie di proposte tra cui quella di un superbonus in busta paga per chi resta a lavoro fino ai 71 anni.

Ipotesi possibili

Secondo Brambilla l’unico modo per portare l’equilibrio nel sistema previdenziale sarebbe quello di darsi delle regole precise per i prossimi dieci anni. A suo avviso sarebbero essenzialmente tre gli scenari possibili:

  • bloccare l’anzianità contributiva agli attuali 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne) con una riduzione per madri e precoci ed un superbonus, cioè dei soldi in più in busta paga in una misura ancora da stabilire, per coloro che restano a lavoro fino ai 71 anni sulla base del modello del bonus Maroni;
  • limitare le vie d’uscita anticipata a pochi, ma efficaci strumenti come ad esempio i fondi esubero, l’isopensione e i contratti di solidarietà, con un anticipo massimo di 5 anni;
  • equiparare le regole di pensionamento dei cosiddetti contributivi puri a quelle degli altri lavoratori.

Degli ottimi spunti di riflessione per il Governo e per le parti sociali alle prese con il confronto sulla prossima Riforma delle pensioni.