Continua a destare polemiche la riforma del voto in condotta diventata ormai legge lo scorso 25 settembre. Si attende ancora il provvedimento attuativo che, perchè possa diventare operativo per l’anno scolastico corrente, dovrà essere pubblicato entro gennaio, altrimenti i cambiamenti entreranno in vigore a partire dall’a.s 2025/26. Nel frattempo il Ministro Valditara è intervenuto di recente per spiegare nuovamente i motivi sottesi alla riforma. Di seguito i dettagli.
Voto in condotta: “Rispetto verso la persona e i beni pubblici e privati”
In questi giorni si è tenuto il 39° Convegno di Capri dei Giovani Imprenditori, a cui hanno preso parte anche alcuni esponenti politici. Tra questi ha partecipato anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Con l’occasione ha voluto ancora porre l’accento sull’importanza della riforma sul voto in condotta dallo stesso fortemente voluta: “è fondamentale per riaffermare il principio della responsabilità individuale. Abbiamo bisogno di una società che rimetta al centro la responsabilità individuale, rispetto verso la persona e i beni pubblici e privati”. Così si è espresso il Ministro.
In cosa consiste la riforma
Per riassumere, con la riforma sul voto in condotta viene reintrodotto nella scuola secondaria e sarà espresso in decimi, facendo media col resto dei voti: il 5 in condotta determinerà la bocciatura, mentre col 6 lo studente sarà rimandato a settembre con ‘debito’. Alle superiori con il 6 lo studente sarà tenuto a presentare un “elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale”, in sostanza una prova di educazione civica. In caso di insufficienza nella prova lo studente non sarà ammesso all’anno successivo o all’esame di Stato.