La trattativa per il rinnovo del CCNL 2022-24 è ancora ferma: nonostante, infatti, già a luglio 2024 il Ministero abbia inviato la proposta di Atto di Indirizzo alla Funzione pubblica, anche se lo scorso 23 dicembre 2024 il Consiglio dei Ministri abbia autorizzato la sottoscrizione definitiva del CCNL Funzioni centrali e la legge di Bilancio 2025 già sia stata approvata, tutto è fermo. La Cisl Scuola, nel numero di febbraio dell’Agenda CISL Scuola 2024/25, oltre a denunciare il forte ritardo che va a danneggiare il personale scolastico, sottolinea l’inutilità di richiedere aumenti molto alti rispetto a quelli che realmente si possono ottenere.
Ritardo nel rinnovo CCNL scuola
La segretaria generale Ivana Barbacci così ha esordito: “Ancora una volta la Scuola è in attesa del rinnovo contratto scuola dopo la scadenza del triennio di riferimento. Un ritardo bruciante, anche alla luce del rinnovo 2021-24 già realizzato da altri comparti pubblici”.
L’atto di indirizzo del Governo, senza il quale non può nemmeno partire la trattativa, è tuttora al palo, trattenuto nelle stanze del Ministero della funzione pubblica dove staziona già da tempo, sommando ritardo a ritardo”.
Il balletto di cifre
“In attesa di quel momento, l’analisi delle proposte messe sul tappeto dalle altre sigle sindacali per il rinnovo CCNL non lascia presagire nulla di buono. Assistiamo a un balletto di cifre in cui si ipotizzano con disinvoltura aumenti che vanno ben oltre i 400 euro medi mensili, assumendo come parametro ora le retribuzioni europee, ora l’erosione dell’inflazione. Volendo partecipare a questo scontato (e puerile) gioco del “più uno”, potremmo rilanciare sull’ordine dei 5-600 euro mensili, stimolando ulteriormente la “creatività dei giocatori”.
Purtroppo, però, la partita non si gioca sulle dichiarazioni, ma sui risultati che è possibile conseguire effettivamente al tavolo contrattuale.
“La condizione retributiva del personale della scuola è lontana dal costituire un equo riconoscimento per un settore tanto importante, sia sotto il profilo della competitività del Paese, sia per garantire a ciascuno il pieno esercizio del diritto di cittadinanza”, ha spiegato la Barbacci. “Il mio vuol essere soltanto un richiamo alla realtà, mosso non da spirito di rassegnazione, ma dall’esatto contrario, ossia dalla volontà di inseguire e ottenere, col rinnovo del contratto, il miglior risultato possibile nelle condizioni date”.
L’obiettivo del sindacato, pertanto, è “fare l’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo significa, oggi, premere perché si avvii la trattativa di un rinnovo contrattuale che non può subire ulteriori rinvii, essendo già nettamente in ritardo”.