Il Ministero ha annunciato di recente di essere al lavoro per trovare una soluzione strutturale al problema dei ritardi nei pagamenti degli stipendi dei supplenti brevi. Finora però non si riscontrano sostanziali inversioni di rotta. In base a quanto si evince i disagi sono a macchia di leopardo, e mentre ad alcuni precari sono finalmente arrivati i pagamenti, altri stanno attendendo da mesi ancora il primo accredito. Non a caso spesso si leggono da parte dei malcapitati precari, anche sul web, messaggi di sconforto con annesse intenzioni perfino a dimettersi se la situazione non dovesse essere sanata nel breve periodo. Molti supplenti infatti non riescono più a fronteggiare le spese di viaggio e affitti, con riguardo specialmente ai fuori sede. Di recente, oltre alle denunce dei vari sindacati, si è accodato il sollecito anche del PD.
Ritardi stipendi supplenti brevi, Barbagallo: “Un’antipatica e sgradevole consuetudine”
La denuncia sui supplenti senza stipendio stavolta arriva dal deputato del Partito democratico Anthony Emanuele Barbagallo: “I ritardi nel pagamento degli stipendi per il personale precario sembrano ormai un’antipatica e sgradevole consuetudine e le organizzazioni sindacali, a più riprese, hanno espresso preoccupazione.” Per Barbagallo il ritardo è “incomprensibile” perché “il governo ha incrementato di 150 milioni di euro il fondo per il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie con il Dl.179/2022“. A sostegno di quanto affermato dal deputato va infatti precisato che, nonostante l’annuncio dei pagamenti dal 18 gennaio, ancora tanti precari sono senza stipendio.
Il Governo ovviamente è consapevole della situazione. Solo pochi giorni fa la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti (FdI) aveva annunciato azioni migliorative a breve, e l’istituzione di una task force per riformare le procedure di pagamento e pensare a misure di snellimento dell’iter burocratico, indicato come principale responsabile dei ritardi. Si attendono quindi sviluppi in questo senso.