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La recente sentenza del Tribunale di Padova ha sancito il diritto di un docente precario a ricevere la Retribuzione Professionale Docente (RPD), dimostrando come anche i supplenti brevi possano rivendicare una parte di salario accessorio. Grazie al supporto legale del sindacato Anief, il docente ha ottenuto un risarcimento di quasi 2.000 euro, comprensivi di interessi legali. La sentenza si basa sul principio comunitario di non discriminazione tra lavoratori a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato.

Il ruolo della Cassazione nella difesa dei diritti dei precari

Secondo la Corte di Cassazione, anche i supplenti con contratti brevi o occasionali hanno diritto alla RPD, come specificato dall’ordinanza n. 20015/2018 e supportato dalla direttiva europea 1999/70/CE. Questa posizione si inserisce in un percorso giuridico favorevole ai docenti precari, che già da tempo vedono riconosciuti i propri diritti. Il presidente di Anief, Marcello Pacifico, ha sottolineato come sia essenziale per i docenti precari avviare subito le pratiche legali per rivendicare la RPD o la CIA, per il personale ATA.

La sentenza del Tribunale di Padova sull’RPD

Il giudice del lavoro di Padova ha riconosciuto il diritto di un docente supplente breve a ricevere la RPD per ogni giorno di lavoro effettivo svolto, per un totale di 1.292,04 euro, a cui si aggiungono gli interessi legali maturati. La decisione si basa sul principio europeo di non discriminazione, il quale stabilisce che i lavoratori a tempo determinato non devono essere trattati in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. L’Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, allegato alla direttiva 1999/70/CE, afferma infatti che i criteri per l’anzianità di servizio devono essere uniformi, salvo giustificazioni oggettive.

Il principio di non discriminazione, esplicitato nella clausola 4 dell’Accordo quadro, prevede che tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto, debbano essere trattati equamente nelle condizioni di lavoro. Questa norma ha permesso di applicare anche ai docenti precari il diritto alla RPD, riconoscendo loro una retribuzione mensile aggiuntiva che va dagli 80 ai 300 euro, a seconda dell’anzianità e del livello professionale. Ad oggi, per vedere riconosciuto questo diritto, l’unica strada è il ricorso.

Tabella riepilogativa: sentenza Padova

ArgomentoDescrizione
SentenzaIl Tribunale di Padova ha riconosciuto il diritto alla RPD per i supplenti brevi.
Importo riconosciuto1.292,04 euro più interessi legali.
Principio di riferimentoPrincipio di non discriminazione della direttiva 1999/70/CE.
Requisiti per il ricorsoEssere un docente con contratto breve o saltuario che non ha ricevuto la RPD.
Clausola 4 Accordo quadroStabilisce la parità di trattamento tra contratti a tempo determinato e indeterminato nelle condizioni di lavoro, inclusi compensi aggiuntivi come la RPD.