Gli stipendi del personale scolastico italiano hanno subito un’erosione del potere d’acquisto negli ultimi anni. Per contrastare questa tendenza, l’Anief propone di ripristinare gli scatti stipendiali automatici per docenti e personale ATA, con un primo aumento dopo tre anni di servizio e successivi incrementi ogni quattro anni fino alla pensione.
La perdita del potere d’acquisto degli stipendi
Secondo i dati dell’Ufficio Studi Anief, gli stipendi di docenti e ATA hanno subito una riduzione in termini reali. Nel 2009, il personale scolastico percepiva circa 1.000 euro in più rispetto ai dipendenti di altri ministeri. Tuttavia, a partire dal 2019, dopo la firma del CCNL 2016/18, la situazione si è ribaltata: attualmente gli stipendi risultano inferiori di circa 6.000 euro rispetto ad altre amministrazioni pubbliche. L’innalzamento dell’inflazione e il mancato adeguamento contrattuale hanno ulteriormente aggravato la situazione, rendendo sempre più difficile per il personale scolastico far fronte al costo della vita.
Il problema del rinnovo contrattuale
Nonostante l’ultimo CCNL 2019/22 abbia previsto un aumento del 5,7%, l’inflazione ha eroso gran parte dei benefici. Attualmente, il tasso di adeguamento per il CCNL 2022/24 è del 3,35%, mentre il MEF ha stimato un’inflazione del 16,3% per lo stesso periodo. Questo significa che manca ancora un adeguamento del 4,36% per compensare il divario.
La proposta Anief: scatti ogni 4 anni senza limiti
Il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, sottolinea come l’attuale scansione degli scatti di anzianità prevista dal CCNL 2016/18 sia fortemente penalizzante. Attualmente, gli aumenti avvengono dopo 8, 15, 21, 27 e 35 anni di servizio, un sistema che non tiene conto dell’innalzamento dell’età pensionabile e della necessità di garantire stipendi adeguati nel corso della carriera. La proposta avanzata dal sindacato prevede:
- Primo scatto stipendiale dopo 3 anni di servizio;
- Successivi scatti automatici ogni 4 anni, senza limiti fino alla pensione;
- Recupero dell’indennità di vacanza contrattuale adeguata all’inflazione reale.