“Lo sciopero è uno strumento che non va usato in modo ideologico. Altrimenti si snatura”. Questa la frase che riassume il pensiero di Luigi Sbarra, segretario generale CISL, nel decidere di smarcarsi da CGIL e UIL nello sciopero generale che si terrà il prossimo 29 novembre 2024. Questa frattura dimostra i cambiamenti politici e sindacali che stanno attraversando il momento storico che stiamo vivendo. Secondo Sbarra i lavoratori hanno bisogno di risposte concrete e di “non seguire bandiere“.
Sciopero 29 novembre: cosa aspettarsi?
Al centro della protesta il malcontento nei confronti della Manovra Finanziaria 2025. Lo sciopero vuole dare un segnale forte affinchè vengano apportare modifiche consistenti a misura dei lavoratori, dei pensionati e dei precari. Le richieste principali puntano ad inserire finanziamenti straordinari per i comparti di maggiore peso, come sanità, servizi sociali ed educativi pubblici, non autosufficienza, istruzione, ricerca.
Ad oggi non è possibile prevedere quale partecipazione otterrà lo sciopero del 29 novembre, ma di certo i temi rilanciati sono molto sentiti tra i vari settori lavorativi. A livello sindacale il successo o il fallimento della mobilitazione sposterà l’ago della bilancia in termini di rafforzamento delle parti sociali: se lo sciopero avrà un’adesione massiccia, la CGIL potrebbe consolidare la sua influenza sulla linea politica dell’opposizione e spingere verso una maggiore radicalizzazione nelle rivendicazioni sindacali. All’opposto un eventuale ‘flop’ rafforzerebbe la posizione della CISL, più propensa ad un approccio di dialogo e contrattazione, ponendo la sua visione contrattualista come alternativa principale.