La Procura presso la Corte dei Conti ha avviato un’inchiesta su ottanta dipendenti di diverse scuole lombarde, accusati di aver ottenuto incarichi a tempo determinato e indeterminato mediante l’utilizzo di “titoli di studio non risultanti acquisiti“. In sostanza, si sospetta che abbiano presentato false dichiarazioni e documenti contraffatti per garantirsi un’occupazione, la stabilizzazione o una progressione di carriera. Le indagini, sotto la guida del Procuratore regionale Paolo Evangelista, coinvolgono “personale scolastico amministrativo” di diversi istituti in Lombardia.
Titoli falsi per assunzioni nella scuola
Un caso particolarmente eclatante riguarda una donna che ha insegnato inglese e tedesco per quasi vent’anni senza possedere i titoli necessari. La Corte dei Conti l’ha condannata a restituire oltre 247.000 euro, corrispondenti agli stipendi indebitamente percepiti nel corso della sua carriera. Secondo quanto riportato da Il Giorno, la Procura sta esaminando diverse decine di casi simili per identificare eventuali illeciti.
Quali conseguenze per i dipendenti coinvolti?
Oltre al rischio di danni erariali, contestati dalla Corte dei Conti, i dipendenti pubblici oggetto delle indagini potrebbero affrontare sanzioni penali. Tra queste, la reclusione per reati quali falso e truffa potrebbe diventare una realtà concreta, mettendo in discussione non solo la loro carriera, ma anche la loro libertà personale. Non è la prima volta che si sentono notizie simili, e dato che ci sono tante persone con titoli in attesa di un impiego stabile, è giusto che venga fatta giustizia.