Prosegue l’iter dei lavori sulla legge di bilancio 2025. Sono 4.500 gli emendamenti presentati alla Commissione Bilancio sulla bozza di Manovra. La maggior parte delle proposte di modifica arriva dalle forze dell’opposizione; non mancano però interventi anche da parte della maggioranza. Sul fronte scolastico spunta un emendamento di Fratelli d’Italia che propone per il 2025 un bonus per le famiglie che rientrano in un certo limite Isee per poter favorire l’iscrizione presso le scuole paritarie. Il buono in questione sarà spendibile solo presso queste istituzioni scolastiche per risollevare probabilmente il crescente trend della diminuzione di iscritti presso le scuole non statali. Di seguito i dettagli.
Manovra Finanziaria: in cosa consiste il bonus a favore delle scuole paritarie?
Le famiglie che hanno un reddito Isee fino a 40mila euro si vedranno riconoscere un voucher, “spendibile esclusivamente presso una scuola paritaria“, per un importo annuale massimo pari a 1.500 euro per ogni studente frequentante in qualsiasi ordine e grado scolastico (dalla primaria alla secondaria di II grado). Il finanziamento complessivo fissato è pari, massimo, ad euro 65 milioni annui. Questo l’emendamento porta la firma del deputato di Fratelli d’Italia, Lorenzo Malagola. Qualora questa proposta di modifica dovesse passare sarà comunque necessario un apposito decreto del MIM prima che la misura possa attuarsi a tutti gli effetti.
La polemica sindacale
Il citato emendamento ha subito fatto scattare un’accesa polemica. Nelle scorse ore Giuseppe D’Aprile, segretario generale Uil Scuola Rua, all’Ansa ha così commentato: “Un emendamento che va nella direzione opposta alle nostre rivendicazioni. Se ci sono fondi disponibili, i finanziamenti devono servire, prioritariamente ad aumentare le retribuzioni del personale per colmare la loro progressiva perdita di potere d’acquisto. Invece, da un lato si incentiva la frequenza della scuola privata, dall’altro, nella scuola statale, si prevedono tagli pari a 5.660 docenti e 2.174 Ata.
Più che incentivare indirettamente le iscrizioni alle scuole paritarie, bisognerebbe invece ripartire con il potenziare prima la scuola statale, nazionale e laica di questo Paese per garantire a tutti lo stesso diritto all’istruzione. Sono prove tecniche di privatizzazione? Resteremo vigili e attenti e non resteremo a guardare, a partire dalla mobilitazione del prossimo 29 novembre”.
Contraria anche Gilda Insegnanti. Il coordinatore nazionale Vito Carlo Castellana si è detto sconcertato alla notizia: “Con decine di migliaia di famiglie che fanno fatica a vedersi garantito il diritto allo studio previsto dalla Costituzione per i propri figli che frequentano la scuola pubblica statale, si dirottano risorse verso coloro che possono permettersi la scuola paritaria. Sarebbe utile e auspicabile piuttosto un voucher che copra le spese di libri di testo e trasporti per gli studenti in difficoltà economica che frequentano la scuola pubblica statale”.
Le reazioni dell’opposizione
“Pensavamo che con i tagli alla scuola pubblica ed ai posti in organico del personale scolastico in questa manovra si fosse già toccato il fondo, ma con gli emendamenti della maggioranza si sta iniziando a scavare. Il messaggio che stanno dando è fin troppo chiaro: da un lato con le misure di Valditara e proposte come queste affossano la scuola pubblica, dall’altro foraggiano quelle private sia direttamente che indirettamente incentivando le famiglie ad iscrivere lì i propri figli per avere il voucher”. Queste le parole espresse in una nota dagli esponenti M5S in Commissione cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato.
Sulla tematica è poi anche intervenuto Nicola Fratoianni (AVS): “L’emendamento di FdI viola chiaramente la Costituzione che all’Art. 33 chiarisce che le scuole private non debbono avere oneri per lo Stato. Vogliono dare 65 milioni di euro alle private, proprio mentre tagliano risorse e oltre cinquemila docenti alla scuola pubblica, infischiandosene del precariato, delle classi pollaio e del tempo pieno che non c’è in metà Paese. Bocciano ogni anno i nostri emendamenti per i libri gratuiti, il cui costo arriva a pesare fino a 600 euro a ragazzo, e poi propongono di dare 1500 euro a chi iscrive i figli alle private: sono dei campioni di ingiustizia e hanno la copertura di un ministro che già a settembre si era reso ridicolo affermando che le scuole private ‘sono pubbliche’ e che oggi continua difendendo ‘il diritto a frequentare le paritarie’ invece del ‘diritto universale allo studio’. Se questo emendamento venisse approvato sarebbe una vergogna contro la quale faremo di tutto, anche arrivare fino alla Corte Costituzionale. La differenza fra noi e questa destra è tutta qua: noi vogliamo l’istruzione gratis per tutti, loro alimentano i privati e tagliano la scuola pubblica.”