Ai fini di garantire la parità tra scuole paritarie e statali c’è ancora molto da fare. L’attuale Governo ha comunque dimostrato di voler proseguire nella direzione di favorire il pluralismo educativo. In questo senso si inserisce lo stanziamento, ad opera del Consiglio Regionale Lombardo, di 12 milioni di euro l’anno per il triennio 2023-26 a favore delle scuole dell’infanzia paritarie. Il provvedimento, come ha spiegato il relatore nonchè consigliere regionale Matteo Forte (FdI), interessa circa 1.300 realtà che ospitano circa 87 mila alunni dai 3 ai 6 anni, pari al 50 per cento di tutti i bambini che frequentano una scuola materna in Lombardia. Nell’importo complessivo delle risorse stanziate dalla Regione per il triennio sono compresi i contributi mirati agli alunni portatori di handicap. Vengono inoltre snellite le procedure per ottenere il contributo, che non passerà più da un bando, ma verrà erogato in automatico a tutte le scuole materne censite dal sistema scolastico regionale. Di seguito il commento del sindacato Anief.
Mancato riconoscimento servizio scuole paritarie: diffida e ricorso
Il sindacato Anief, nell’apprendere la notizia, ha accolto con favore il crescente impegno del governo e degli enti locali per sostenere l’opera educativa delle scuole paritarie. Anche in ambito nazionale i finanziamenti risultano in aumento, anche attraverso l’ultima Legge di Bilancio. Sul piano regolamentare, invece, come sottolinea la sigla sindacale, siamo ancora fermi: il servizio svolto dal personale negli istituti paritari continua ad avere una minore valenza di quello effettuato nelle scuole statali. Senza tenere conto delle perplessità espresse dalla Corte di Giustizia europea, in Italia si continua a considerare quel servizio quasi di serie B. E questo sebbene il Testo Unico della Scuola, del 1994, non negasse la validità per intero.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che però qualcosa si muove: “Attraverso il tribunale di Padova è stata rimessa in discussione la questione del mancato riconoscimento del servizio svolto negli istituti paritari. Una problematica che prende corpo immediatamente dopo l’immissione in ruolo nella scuola statale, quando il lavoratore chiede di effettuare la ricostruzione di carriera e scopre che il periodo svolto nelle paritarie non viene considerato al 100%. Si tratta di almeno 300mila insegnanti, tutti entrati in ruolo con un trascorso nella scuola paritaria. Anief ricorda che c’è una diffida da inviare, per evitare i termini di prescrizione di legge; poi, ce la giocheremo tutti in Europa sulla parità di trattamento e sul principio di non discriminazione”.