Uno dei temi su cui si dibatte molto negli ultimi anni è quello della settimana corta. Sempre più istituti, infatti, optano per eliminare il sabato dalla loro calendarizzazione, preferendo allungare l’orario durante le altre giornate o prevedendo dei rientri pomeridiani. In Inghilterra, però, si sono spinti ancora oltre: come riporta un articolo del 17 luglio pubblicato su Il Foglio, l’All Saints Catholic College di Londra ha voluto introdurre la settimana da lunedì a giovedì. L’istituto, di ispirazione religiosa, ha previsto 12 ore di scuola al giorno per studenti di età compresa tra 11 e 16 anni. In questo lasso di tempo, è fatto divieto di usare gli smartphone.
La sperimentazione della scuola di Londra
L’obiettivo di questa sperimentazione è quello di riportare un sano clima familiare e cooperativo tra gli studenti. La questione del cellulare a scuola, così come in Italia, è molto sentita anche nel Regno Unito. Si stima che circa il 97% dei bambini sotto i 12 anni sia possessore di un dispositivo mobile. Una vera e propria piaga, a cui si sta cercando di porre rimedio con nuove iniziative.
La giornata scolastica prevede un inizio non tradizionale, con una colazione da consumare insieme per tutti i 117 studenti della scuola alle 7 del mattino. Successivamente, si socializzerà tramite giochi e attività, prima di iniziare le vere lezioni alle 8:30. Il termine della didattica è fissato alle 15:15. Successivamente, dopo aver svolto i compiti, si potrà praticare sport con insegnanti specializzati e frequentare corsi d’arte. Il tutto terminerà alle 19. In mezzo alla mattinata, è previsto un pasto, da consumare con calma, favorendo il colloquio tra gli studenti.
I risultati del test
Questa idea, avanzata con convinzione dal preside Mr. Andrew O’Neill, è stata accolta con molto favore dalle famiglie. Dai primi riscontri, gli studenti sembrerebbero essere molto più disponibili a casa. Inoltre, l’assenza del cellulare non ha causato grossi disagi ed è emerso un aumento del benessere per i ragazzi. Dall’altra parte, va detto che la sperimentazione è durata pochi mesi e c’è chi fa notare che gli studenti, dal venerdì a lunedì mattina, hanno comunque possibilità di utilizzare con costanza il cellulare.
La settimana corta: realizzabile o no anche in Italia?
Questa ipotesi non è nuova. Già in tantissime scuole degli USA si è adottato questo modello da anni, con l’intento di risparmiare: le scuole sulla gestione, le famiglie sui trasporti. Il vantaggio di questo sistema potrebbe essere, lato studenti, di concentrare tutti gli sforzi durante le giornate a scuola, avendo un giorno in più per riposare. Lato docenti, il venerdì potrebbe essere utilizzato per le riunioni e per le attività collegiali, oltre che per la preparazione delle lezioni della settimana successiva e per una migliore efficienza organizzativa.
Insomma, tanti benefici, ma anche numerose perplessità: da una pubblicazione sul tema, non ci sono evidenze di un miglioramento del rendimento degli studenti. Anche la dispersione scolastica, il tasso di assenza e persino il paventato risparmio non sembrano avere avuto grandi risultati. Anzi, paradossalmente, per alcune famiglie le spese per la gestione dei figli nei giorni non scolastici sono aumentate. Andrebbe inoltre rivisto tutto il sistema, con i compiti da svolgersi durante i soli 4 giorni, lasciando spazio per il riposo nel long weekend. E questo potrebbe provocare minor autonomia. C’è poi la questione delle strutture, carenti se non addirittura assenti in tantissime scuole: mensa, aule studio, spazi per i laboratori e per le attività sportive. Il dibattito sulla settimana corta rimane aperto.