scuola in 'tilt'
scuola in 'tilt'

Troppe le problematiche che affliggono il mondo scolastico, che a quanto pare da certi punti di vista ‘arranca’, tamponando qua e là ciò che non funziona. A farne le spese sono, come al solito, i precari e gli studenti. Primo fra tutti, tra le piaghe della scuola, troviamo la ‘supplentite‘, termine coniato già da alcuni anni per indicare il proliferare incessante del precariato senza riuscire ad arginarlo. A peggiorare la situazione si è aggiunto il PNRR, con concorsi banditi uno dopo l’altro e una diluizione delle immissioni in ruolo che hanno costretto molti istituti scolastici a fare continuo affidamento sui supplenti, arrivando ad attingere dagli interpelli, non sempre con successo. E poi l’annosa questione dei ritardi negli stipendi dei supplenti brevi. La macchina scolastica sembra ormai essere nel caos più totale nonostante le continue promesse di miglioramenti.

Gli effetti di un sistema scolastico in ‘tilt’

Partiamo dal precariato. Il sistema attuale di reclutamento non sembra produrre i frutti sperati. I supplenti ci sono, ci saranno e non accennano a diminuire. Manca un piano efficiente di stabilizzazione nonostante le proposte avanzate dai vari sindacati. Nell’ombra continua a sentirsi parlare di questa trattativa in corso con la Commissione Europea per rivedere le regole del reclutamento, ma di cui nessuno sa nulla in concreto sul suo avanzare, se non che Bruxelles, nel rispondere alle richieste di chiarimento di alcuni docenti, si è dissociata dall’avere responsabilità sulle assunzioni nella scuola italiana.

Nel mentre le lungaggini del primo concorso PNRR hanno portato a prevedere più ‘tranches’ di immissioni in ruolo dei docenti lasciando le relative cattedre accantonate scoperte, e coperte durante l’anno scolastico con i supplenti di turno, che dall’oggi al domani si sono visti rescindere il contratto lasciando il posto ai neoimmesso titolari. Si è quindi assistito ad un andirivieni di insegnanti che ha minato la continuità didattica degli studenti. E ora, col secondo concorso PNRR, si promettono tempistiche più celeri, mentre ancora deve concludersi il primo.

E infine l’accento va posto sui perenni ritardi nei pagamenti dei supplenti brevi. Colpa, a detta del Ministero, di un iter burocratico farraginoso e di fondi centellinati per garantire gli stipendi. Il risultato è la difficoltà che questi insegnanti precari ritrovano ogni anno nel pagare qualunque spesa, perchè prima di 4 mesi di lavoro non riescono a vedere quanto spetta loro.

Indubbiamente siamo di fronte ad un sistema scolastico in ‘tilt’, che andrebbe aggiustato su più fronti.