Smart working
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Smart working, si torna alle regole pre Covid. Dalla data del 1° aprile 2024 sono cadute gran parte delle semplificazioni che erano ancora previste per genitori con figli under 14 e i lavoratori fragili. Nel 2024 si stima saranno 3,65 milioni gli smart worker in Italia, come rilevava l’ Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano. Ecco che cosa cambia e come fare per avere ancora la modalità smart working.

Smart Working: che cosa dice la norma

Terminata la situazione emergenziale legata alla pandemia, ora, come illustra Il Sole 24 Ore, l’imprenditore che decide di utilizzare il lavoro agile dovrà firmare con ogni dipendente un accordo individuale. In questi anni di pandemia il ricorso allo smart working è stato disciplinato in molte aziende dai contratti collettivi stipulati tra le parti. “Se tale accordo è a tempo indeterminato, illustra Il Sole 24 Ore, le imprese potranno apportare modifiche, ad esempio sulla ripartizione delle giornate da alternare in presenza e da remoto, e proporre eventualmente un accordo di modifica al lavoratore che non ha bisogno di essere comunicato al ministero del Lavoro. Se invece gli accordi individuali di smart working sono a termine, alla scadenza potranno essere rinnovati e, in questo caso, comunicati al ministero del Lavoro”.

Quali sono le categorie che hanno la priorità in caso l’azienda decida di ricorrere al lavoro agile

La disciplina ordinaria del lavoro agile assegna una priorità a determinate categorie di lavoratori, in primis le lavoratrici e dai lavoratori con figli fino a dodici anni di età o, senza alcun limite di età, nel caso di figli in condizioni di disabilità. E ancora lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata, o che siano caregiver. E infine i dipendenti dai 55 anni in su. Ma attenzione: il rientrare tra le categorie che la legge considera prioritarie non equivale ora ad avere diritto al lavoro agile: se il datore di lavoro prevede il ricorso allo smart working in ambito aziendale, deve riconoscere questa modalità d’esecuzione della prestazione lavorativa in via prioritaria a queste categorie previste dalla legge. Ma se l’azienda non prevede di ricorrere al lavoro agile, il lavoratore – anche se rientra tra le categorie prioritarie – non potrà pretendere di lavorare in modalità agile.