In base ad uno studio condotto da Orizzonte Scuola, è emerso che quasi la metà dei 300.0000 alunni con disabilità certificata viene affiancato da un docente di sostegno privo di specializzazione. Dall’indagine si è evinto che nel 2023/24 i docenti non specializzati sono 84.500, un numero in calo rispetto agli anni passati (il picco si è avuto nel 2021/22 con 90.339) e questo comporta che 136.000 studenti il prossimo anno scolastico si ritroveranno a fianco di un docente non adeguatamente formato per il lavoro che deve svolgere. Il sindacato Anief ha riflettuto sul problema, indicando le vie da percorrere.
Forte carenza di docenti specializzati nel sostegno
La carenza di docenti non specializzati sul sostegno riguarda soprattutto le scuole del Nord Italia, dove risultano 53.300 supplenti privi di specializzazione. Dei 75.000 posti in deroga, solo una parte si assegneranno al personale neo-specializzato, attraverso i Tfa in corso di svolgimento. Il quadro è destinato a non andare verso una soluzione: secondo il sindacato Anief, infatti, se nel computo si considerano anche i prossimi pensionamenti e le uscite volontarie dei docenti dal sistema del sostegno per tornare ad insegnare su disciplina che si concretizzeranno il prossimo 1° settembre, l’anno prossimo ci ritroveremo con dei numeri non molto diversi dagli attuali.
Occorre far specializzare il maggior numero di docenti e immetterli in ruolo
“Sul sostegno agli alunni con disabilità – ha commentato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si continuano ad intraprendere scelte del tutto inefficaci. Come quella, di recente contenuta nel DL 71/2024 di dare confermare il docente di sostegno in servizio nel precedente anno scolastico dietro richiesta da parte della famiglia dell’alunno con disabilità, previa valutazione del dirigente scolastico. Ma se abbiamo 84.500 insegnanti non specializzati, il problema è la loro riconferma o fare in modo che si specializzino il prima possibile ed entrino di ruolo? Se ci sono 100.000 posti liberi, quasi tutti in organico di fatto, l’obiettivo è coprirli con personale a tempo indeterminato utilizzando le graduatorie, compresa la seconda fascia Gps con specializzazione in itinere, o tornare all’insensata chiamata diretta organizzata su spunto di famiglie e presidi?”.
“Se poi dovessimo metterci ad applicare la normativa in vigore sul sostegno, rispettando innanzitutto i diritti degli alunni con disabilità – ha proseguito Pacifico –, allora è bene anche sapere che il docente di sostegno deve essere assegnato alla scuola attraverso GLO e associato ad uno o più alunni in base al Piano educativo personalizzato. L’unica risposta davvero utile da attuare è sempre quella: tramutare i 100.000 posti in deroga in cattedre di diritto e nel contempo specializzare su sostegno 90.000 insegnanti che affiancano oltre 130.000 alunni disabili certificati”.