Il D.P.S.E., Comitato Docenti Precari Specializzati Sostegno Estero, attraverso un comunicato stampa firmata dal portavoce prof. Giuseppe Laterza, ha lanciato un accorato appello in modo tale da bloccare quella che lui stesso ha definito “una mattanza” verso tutti quegli insegnanti, precari, che hanno conseguito il titolo di specializzazione sul sostegno presso Università estere. L’appello è scaturito a seguito di una lettera di un bambino di 7 anni, in cui ingenuamente ha chiesto a Babbo Natale di non permettere il licenziamento dei suoi genitori, entrambi docenti di sostegno.
Il Comitato spiega il problema che sta interessando i docenti di sostegno abilitati all’estero
Nell’appello, il prof. Laterza ha chiarito che i genitori del bambino non sono gli unici docenti a trovarsi in questa angosciosa situazione. “Tanti altri colleghi stanno vivendo la paura di perdere la supplenza. “Questa mattanza a danno dei docenti di sostegno deve essere fermata, perché oltre al danno per la scuola tutta e per i bambini con disabilità rovina intere famiglie che con grande sacrifico si sono trasferite al Nord e che ora rischiano il licenziamento in tronco”: questo è possibile leggere nel comunicato del D.P.S.E.
Il Comitato, inoltre, ha messo in luce che questo problema non coinvolge solo i docenti direttamente interessati, ma anche gli alunni con disabilità per cui si interrompe il rapporto educativo con insegnanti specializzati, mettendo di conseguenza a rischio la continuità didattica, aspetto fondamentale per il loro percorso educativo.
L’appello si rivolge a tutti coloro che possono intervenire
“Appello accorato verso chi può e non sta facendo nulla, a chi sta boicottando i Corsi Indire, a chi ha cuore la scuola come istituzione sana e costruttiva, a chi ha a cuore la continuità didattica, a chi vuole risolvere il problema cronico della mancanza di docenti di sostegno, a chi ha avuto il coraggio di definire un percorso per sanare questa piaga che permane da molti anni”: ecco a chi il Comitato rivolge il proprio appello, non dimenticando, gli stessi docenti di sostegno specializzati in Italia, confidando nel loro buon senso. L’obiettivo è chiaro: trovare soluzioni comuni per risolvere il problema dell’inclusione scolastica in Italia e fermare i possibili licenziamenti.