Dopo il recente rapporto pubblicato dall’ISTAT sull’inclusione scolastica nel nostro Paese, è emerso che le criticità maggiori sono ancora legate all’alto numero di docenti precari che in molti casi non sono specializzati sul sostegno e che cambiano scuola di anno in anno. Come abbiamo visto, il Ministro Valditara sta lavorando ad una norma che mira a promuovere la continuità didattica riconfermando gli insegnanti precari annuali, dietro richiesta delle famiglie e con il consenso degli stessi. Per la Uil Scuola Rua questo non è il modo corretto di procedere: in un comunicato, che riportiamo qui di seguito, il sindacato ha esposto la sua proposta per garantire agli studenti certificati docenti specializzati.

La proposta della UIL Scuola Rua per garantire il più possibile docenti specializzati sul sostegno

Nel concreto: per garantire il più possibile che gli alunni con disabilità abbiano un docente specializzato, gli Uffici scolastici provinciali – questa la proposta della Uil Scuola Rua che riprende il dettato della norma (la Legge Quadro 104/92, art.14, comma 6) – una volta esaurita la prima fascia della propria provincia, devono adottare soluzioni efficaci per assumere insegnanti specializzati da altre province, prima di passare a nominare da seconda fascia o da graduatorie incrociate.
Un percorso praticabile attraverso:
• L’adozione della mini-call veloce per assegnare in modo obiettivo e trasparente gli incarichi a tempo determinato per i posti residuali di sostegno. Soluzione già praticata per i contratti a tempo determinato finalizzati al ruolo.
• La creazione di graduatorie nazionali per gli insegnanti di sostegno, con la possibilità di indicare preferenze su base nazionale.
• Concedere agli insegnanti specializzati su uno specifico grado di scuola di produrre domanda su posti di sostegno in altri gradi di scuola qualora siano esauriti i docenti specializzati.

Occorre riequilibrare il sistema domanda-offerta

Un sistema che consentirebbe di ridurre le attuali distanze tra reali necessità delle scuole e presenza di personale specializzato, e di riequilibrare l’alta l’offerta di corsi delle università e le reali esigenze dei territori.
Pochi esempi: in Lombardia mancano 9.250 posti di sostegno a fronte di 1.170 posti offerti dalle università. Situazione simile in Piemonte – con il 12% di posti vuoti e poco meno del 2% di posti offerti dalle università piemontesi.
Così in tutto il Nord. Capovolta la situazione al Sud: ad esempio, in Sicilia, i posti sul sostegno sono meno di 700, a fronte di 5mila corsi attivati dagli atenei dell’isola. Nel Lazio, i corsi offerti sono 7 mila, 2 mila i posti.