Torniamo a parlare di sostegno alle attività didattiche per gli studenti con disabilità: per conseguire il titolo di specializzazione, come sappiamo, in Italia la via da seguire è il TFA sostegno. La scorsa settimana si sono svolte le prove preselettive, a cui seguiranno lo scritto e l’esame orale per chi è riuscito a superarle: vista la difficoltà per accedere al Tirocinio formativo attivo, sia a volte per la carenza dei posti in rapporto agli aspiranti, sia per la complessità stessa delle prove da superare, molti decidono di acquisire il titolo abilitante presso università estere. Verso gli abilitati all’estero c’è tanta polemica: facciamo il punto della situazione.
L’appoggio della FLC CGIL agli specializzati sostegno in Italia
Ha suscitato da subito una forte polemica la decisione del Ministero di permettere l’inserimento a pettine dei docenti di sostegno che hanno ottenuto l’abilitazione all’estero nell’aggiornamento delle GPS che avverrà prossimamente: stando così le cose, questi si inseriranno con il proprio punteggio nelle graduatorie provinciali anche se il procedimento di valutazione del titolo conseguito ancora non si è svolto.
La FLC CGIL ha espresso il proprio appoggio a tutti gli specializzati in Italia, che protestano contro questo provvedimento: in molti, infatti, rischiano di non vedersi assegnato un incarico perché scavalcati in graduatoria da chi ancora deve avere la convalida del titolo. E i tempi di valutazione da parte del Ministero sono molto lunghi.
“Siamo qui – ha detto la sindacalista Manuela Pascarella intervistata da Orizzonte Scuola durante il supporto dato al Coordinamento dei docenti specializzati al Ministero – a dare il nostro sostegno al presidio dei docenti specializzati e specializzandi dell’ottavo ciclo di TFA del sostegno per chiedere che la modifica all’ordinanza che prevede che i docenti che hanno un titolo estero in attesa di riconoscimento lavorino dalla prima fascia a pettine venga cambiata, e venga riproposta la norma che c’era anche l’anno scorso, che prevedeva che venisse istituito un elenco aggiuntivo in coda a chi ha un titolo che ha pieno valore legale”.
Si comprometterebbe la continuità didattica
“Il fatto che questi colleghi ci scavalcherebbero nelle graduatorie – ha detto Claudia Saputo del Coordinamento – ci lede in prima persona, ma soprattutto c’è il problema del mancato riconoscimento del diritto alla continuità didattica ed educativa degli alunni e delle alunne con disabilità, perché se questi colleghi entrassero a lavorare a scuola e intanto il loro titolo non fosse riconosciuto non potrebbero continuare a lavorare. Quindi questi alunni e queste alunne si ritroverebbero senza l’insegnante di sostegno che magari hanno avuto per un certo periodo di tempo.”