La misura voluta dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara in merito alla possibilità per le famiglie di scegliere il docente di sostegno per garantire la continuità didattica agli studenti con disabilità, come abbiamo visto, ha fatto molto discutere all’interno del mondo della scuola. Durante l’audizione presso la Commissione Cultura della Camera per discutere il decreto legge 71/2024, per supportare la validità del suo piano, il Ministro ha menzionato l’articolo 30 della Costituzione, in cui si fa riferimento all’importante ruolo che la famiglia ha nell’istruzione dei figli. Alla nostra redazione, è arrivata una lettera di replica dei docenti di sostegno precari all’interpretazione che il Ministro ha dato del suddetto art. e in relazione alla misura varata: di seguito il punto della questione.
La replica dei docenti di sostegno
I docenti di sostegno precari hanno replicato a quanto affermato dal Ministro Valditara, sottolineando che le intenzioni dell’art.30 non siano effettivamente quelle di permettere alle famiglie la scelta dell’insegnante per i propri figli: “Ma davvero i nostri Padri Costituenti hanno inteso con il su citato articolo 30, attribuire alle famiglie un potere così ampio da scegliere il docente per il proprio figlio? Ma davvero il “diritto /dovere” di garantire una istruzione ai propri figli spiega un raggio di azione così largo, tanto da entrare nei meccanismi statali di arruolamento e assunzione (temporaneo specifica il Ministro!!) di dipendenti pubblici?”
La partecipazione della famiglia è già garantita all’interno della scuola
“Il diritto/dovere di educare ed istruire i figli da parte dei genitori, nei limiti su indicati, è favorito anche dalla partecipazione della famiglia all’interno delle istituzioni scolastiche tramite la presenza agli Organi Collegiali (Collegio dei Docenti e Consiglio di Istituto) grazie ai quali i genitori affermano la loro competenza e responsabilità, quindi la loro capacità di intervento nello spazio scolastico.
Inoltre, il Patto di Corresponsabilità, sancito dal Decreto del Presidente della Repubblica 21 novembre 2007, n. 235 enuclea i principi e i comportamenti che scuola, famiglia e alunni condividono e si impegnano a rispettare e si presenta dunque come STRUMENTO DI BASE DELL’INTERAZIONE SCUOLA-FAMIGLIA.
Il docente non può essere assunto attraverso una chiamata diretta, ma con un sistema meritocratico
“L’assunzione di un dipendente pubblico avviene secondo norme ben stabilite ed attraverso un sistema “meritocratico” che si basa sul possesso di titoli accademici e sul superamento di un concorso. La chiamata diretta da parte della famiglia corrisponde ad un precettorato che, tra l’altro, potrebbe molto facilmente essere soggetto a favoritismi clientelari.
La necessità di costruire una collaborazione stabile tra la famiglia, prima agenzia educativa dell’individuo e l’Istituzione Scolastica non si crea astrattamente, ma si attua gradatamente sul campo e non può prescindere non solo dal quadro normativo di riferimento e dall’applicazione delle buone pratiche già esistenti, ma anche dal rispetto della professionalità del docente di sostegno che non è il badante a cui è affidato lo studente con disabilità, ma è (o dovrebbe essere) un professionista FORMATO che ha il compito di educere lo studente e supportare l’intera classe ove è assegnato”. La lettera.