sostegno
Docente di sostegno

A poche ore dall’approvazione del nuovo Decreto Legge approvato ieri 24 maggio dal Consiglio dei Ministri, sono arrivati i commenti da parte delle sigle sindacali. Sia la FCL CGIL che la UIL Scuola Rua hanno espresso parere negativo in merito alle misure che il DL prevede per il mondo della scuola, in modo particolare per quanto riguarda il sostegno didattico agli alunni certificati. Riportiamo qui di seguito i commenti di entrambi i sindacati. 

Provvedimenti dannosi per la FCL CGIL 

Ecco quanto si legge nella nota del sindacato della scuola della CGIL: “Il Governo prende atto dell’incapacità del sistema universitario di affrontare il problema della carenza di docenti specializzati sul sostegno e decide di affidare a Indire il compito della specializzazione dei precari che abbiano esperienza di insegnamento nel settore e decide il condono, attraverso percorsi integrativi, dei titoli acquisiti all’estero che il Ministero non è stato in grado di valutare”.

“Si tratta quindi di una formazione scontata, corrispondente a 30 CFU e non è dato sapere come e da chi verranno riconosciuti i titoli, dal momento che Indire è soggetto deputato alla formazione degli insegnanti ma privo di funzioni di certificazione”. “È prevista inoltre la possibilità di conferma del docente di sostegno precario per più anni scolastici, bypassando le graduatorie. Una misura che, sottolinea la FLC, in nome della continuità didattica, sdogana la chiamata diretta e l’idea di una scuola on demand, perpetuando la precarietà del sistema”.

UIL contraria al condono dei titoli di sostegno conseguiti all’estero e alla scelta degli insegnanti da parte della fa

Siamo fortemente contrari – ha affermato D’Aprile, segretario generale della UIL Scuola Tua– riguardo ai titoli conseguiti all’estero. Valutare entro l’inizio del prossimo anno scolastico le oltre 11mila istanze dei docenti con il titolo conseguito all’estero avrebbe evitato negative ricadute sulla continuità didattica degli alunni e controproducenti fratture tra i precari.

“Affidare alle famiglie – ha affermato D’Aprile – senza alcun criterio di trasparenza, la possibilità di confermare o scegliere gli insegnanti per i propri figli, guida verso un sistema di vincoli e consensi che è in netto contrasto con il nostro sistema statale e costituzionale, garante di laicità, trasparenza e pluralismo. In definitiva stiamo parlando di clientelismo, senza giri di parole“.