docente di sostegno
Docente di sostegno e alunno

Con l’approvazione del Decreto Legge n.71 del 31 maggio 2024, il Governo ha varato una serie di misure riguardanti, fra l’altro, il sostegno didattico agli alunni con disabilità, i percorsi di conseguimento dei titoli di specializzazione, l’integrazione degli alunni stranieri, la mobilità e la valutazione dei dirigenti scolastici. In modo particolare, le misure in merito all’inclusione scolastica stanno suscitando tante polemiche. La FLC CGIL Sicilia, attraverso un comunicato, ha lanciato un allarme: il prossimo anno scolastico ben 14mila docenti rischiano di restare senza incarico. Riportiamo qui di seguito quanto affermato dal sindacato. 

I docenti di sostegno a rischio secondo la FCL CGIL Sicilia 

“Sono 14.040 i docenti di sostegno in deroga che in Sicilia rischiano, per il prossimo anno scolastico, di vedere leso il loro diritto ad ottenere l’incarico, a causa di un decreto voluto dal governo Meloni che prevede dei percorsi di specializzazione per i docenti abilitati all’estero in attesa del riconoscimento del titolo e che introduce la conferma del docente di sostegno su richiesta delle famiglie”. Lo ha affermato Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil Sicilia, commentando il decreto del governo pubblicato in Gazzetta. Nell’anno scolastico 2023/24 in Sicilia sono stati 27.994 i posti di sostegno. Di questi 13.954 in organico diritto, ovvero quelli strutturati in pianta organica, mentre 14.040 in deroga, ovvero posti non strutturati in pianta organica e ricoperti da docenti chiamati annualmente.

Conseguenza della sanatoria delle specializzazioni all’estero 

“L’apertura ai docenti abilitati all’estero – ha aggiunto – oltre che apparire come una marchetta elettorale, è di fatto una sanatoria di percorsi di specializzazione sicuramente controversi. Mentre siamo convinti che il provvedimento sulla conferma del docente di sostegno su richiesta delle famiglie sia palesemente incostituzionale. Nei confronti di entrambi ci opporremo in tutte le sedi politiche e giurisdizionali, per tutelare i diritti dei lavoratori”.

“Il governo – ha concluso Rizza – piuttosto che trovare soluzioni improvvisate e discutibili, sia sul piano formativo che della legittimità, si preoccupi di avviare una seria programmazione dei fabbisogni e dei percorsi di specializzazione rispettosa delle prerogative dei docenti, degli studenti e delle loro famiglie”.