Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara è ritornato ad affrontare la questione del sostegno didattico agli alunni con disabilità. Stavolta ha utilizzato il proprio canale YouTube per affrontare il problema e illustrare nuovamente le misure che intende adottare durante il suo mandato. Riportiamo qui di seguito quanto ha spiegato il Capo di Viale Trastevere sul problema del precariato e sulle strategie per risolverlo.
Il perché di troppi docenti precari di sostegno
Il Ministro Valdiatara ha spiegato le ragioni dell’aumento dei docenti precari di sostegno: “Il precariato, se andiamo a scomporlo, è essenzialmente precariato sul sostegno. Nel 2023-2024, su un totale di 160.000 docenti precari, ben 108.885, quasi 109.000, sono insegnanti di sostegno. Perché è aumentato così tanto il precariato sul sostegno? Perché è aumentato in modo esponenziale il numero dei giovani con disabilità, ma va anche detto che purtroppo le università non sono state in grado di specializzare un numero adeguato di insegnanti di sostegno“.
“E proprio perché i percorsi TFA svolti nelle università non si sono rivelati adeguati a risolvere questo problema – ha sottolineato il Ministro – abbiamo deciso di affiancare, non di sostituire, percorsi presso Indire. Cos’è Indire? È il centro di formazione degli insegnanti, centro di ricerca, che fa capo al Ministero dell’Istruzione e del Merito”.
I percorsi Indire
“Questi corsi di specializzazione saranno sviluppati tenendo conto, innanzitutto, delle riflessioni e dei suggerimenti dell’Osservatorio scolastico per la disabilità e della necessità di specializzare il più possibile la preparazione di questi docenti, perché certamente un conto sono le problematiche dei ragazzi con spettro autistico e un altro sono quelle legate, per esempio, a ragazzi non vedenti o non udenti”.
“Una vera e propria rivoluzione – pra rimarcato Valditara – con cui intendiamo specializzare, nel corso del 2025, 85.000 docenti precari senza specializzazione, che sono quelli che hanno almeno tre anni di attività sul sostegno alle spalle. Questo è importante ai fini della risoluzione del problema del precariato, perché non possiamo trasformare i posti in organico di fatto in posti in organico di diritto finché non abbiamo un numero adeguato di specializzazioni”.