Percorsi straordinari di specializzazione su sostegno, non mancano le polemiche in relazione ai nuovi corsi che saranno organizzati da INDIRE, in collaborazione con le Università, secondo quanto disposto dal decreto legge N. 71/2024, approvato dalla Camera dei Deputati e in corso di conversione in legge. La SIPeS (Società Italiana di Pedagogia Speciale) ha lanciato l’allarme per tutto ciò che comporterà il nuovo provvedimento che sta per entrare ufficialmente in vigore.
Percorsi straordinari specializzazione sostegno, i pedagogisti parlano di ‘legge condono’
In una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, la professoressa Catia Giaconi, presidente della SIPeS, ha lanciato un allarme in merito alla preoccupazione per gli effetti dei provvedimenti inseriti nel DL N. 71 (articoli 6 e 7). La SIPeS sottolinea come gli effetti che ne deriveranno, sostanzialmente, saranno due: il primo è quello che verranno ridotti a meno della metà i percorsi di studio per diventare insegnante di sostegno, ai docenti precari con almeno tre anni di servizio; il secondo è quello che i titoli conseguiti all’estero saranno sostanzialmente riconosciuti con un percorso abbreviato.
I pedagogisti ricordano come il Ministero dica che le Università non preparano abbastanza docenti. Il fatto è che lo scorso anno ne sono stati specializzati 30.000, a fronte di circa 3.000 assunzioni. ‘Alla luce di questi dati, non appare un pretesto quello della scarsità di specializzati? È bene che la formazione dei docenti esca dai binari delle Università?’, ci si chiede. Viene ricordato, inoltre, come i docenti che hanno frequentato i TFA sostegno per conseguire la specializzazione hanno dovuto superare ben 3 prove selettive, con un intenso studio preliminare, seguito poi da un regolare corso di durata annuale, con lezioni in presenza, tirocinio diretto e indiretto, oltre alle attività di laboratorio.
Il confronto tra i docenti specializzati con TFA sostegno e i docenti ‘condonati’
La SIPeS non esita a fare un confronto tra gli impegni severi che hanno dovuto affrontare i docenti che hanno frequentato i diversi cicli del TFA sostegno con quelli decisamente meno probanti che attendono i cosiddetti docenti ‘condonati’ che, non solo vedranno dimezzato il percorso curricolare di 60 CFU, ma ‘salteranno’ tutto il tirocinio che non può essere colmato con tre anni di presenza in classe senza un tutoraggio specifico.
Gli specializzati su sostegno all’estero
L’attenzione, poi, si sposta sull’articolo 7 del DL N. 71 per i percorsi di specializzazione sostegno riservati a coloro che hanno conseguito un titolo all’estero. ‘Conosciamo – scrive la presidente della SIPeS – la normativa che prevede l’equiparazione dei titoli professionali in Europa, ma esistono norme di tutela per gli Stati membri dell’UE. Ad esempio, l’articolo 4, comma 1, lettera c), del decreto legislativo N. 206/2007 statuisce l’effettivo riconoscimento del titolo di formazione solo laddove i possessori ‘abbiano nell’effettivo svolgimento dell’attività professionale, un’esperienza di almeno tre anni sul territorio dello Stato membro che ha riconosciuto tale titolo, certificata dal medesimo’. Perché non accertare tale permanenza nel Paese che rilascia il titolo? Perché non richiedere la certificazione di competenza linguistica dei corsisti (almeno B2) nella lingua del Paese che ha rilasciato il titolo? Si tratta di tutelare il diritto allo studio delle persone più fragili, così come sancito dalla nostra Carta Costituzionale’.