Che il sostegno alle attività didattiche per gli alunni certificati rappresenti uno dei nodi più complessi all’interno della scuola è ormai cosa accertata. I vari governi che nel tempo si sono succeduti si sono sempre confrontati con questa situazione, non riuscendo tuttavia a dare risposte definitive al problema della continuità didattica, dell’eccessivo numero di cattedre in deroga che ogni anno ci sono, alla carenza di docenti specializzati. Il nuovo Decreto Legge semplifica il conseguimento della specializzazione nel sostegno. In linea generale, quali sarebbero le conseguenze in ambito scolastico?
Il Decreto legge che semplificherebbe il conseguimento della specializzazione sul sostegno
Come sappiamo, il MIM ha lovarato ad un intervento normativo che prevedrebbe dei percorsi compensativi per due categorie principali: chi ha conseguito titoli di studio stranieri in attesa di riconoscimento e chi è senza specializzazione ma con tre anni di esperienza in ambito di inclusione scolastica. L’intervento affida la gestione della formazione a enti diversi dalle università, per poter attivare un maggior numero di percorsi formativi, realizzati in maniera più rapida ed efficiente, che possano colmare le eventuali lacune riscontrate nella formazione effettuata all’estero.
Quali conseguenze per la scuola?
Se il Consiglio dei Ministri approverà il provvedimento che riconoscerebbe valide tutte le specializzazioni sul sostegno conseguite all’estero completandone la formazione con i suddetti percorsi formativi previsti, cosa si potrebbe verificare? Non avendo ancora il testo della legge, ma basandosi solo sulle informazioni trapelate dal Ministero, ovviamente si possono fare solo delle considerazioni. In primo luogo, ciò comporterebbe l’’inserimento a pieno titolo nelle GPS dei docenti che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno all’estero e la relativa cancellazione della eventuale riserva di iscrizione in graduatorie di merito concorsuali.
Inoltre, si potrebbero anche cancellare o comunque archiviare le tantissime cause legali contro il MIM a causa dei lunghissimi tempi burocratici che si impiega per l’accertamento due titoli. Parimenti, ci sarebbero molti più docenti specializzati che potrebbero ricoprire i tantissimi posti in deroga sopratutto nelle regioni del Nord.
Nello stesso tempo, però, ci potrebbe essere anche un rovescio della medaglia: si avrebbe un via libera verso il conseguimento dei titoli presso le Università estere, spesso con costi elevati ma impiego minimo rispetto al TFA sostegno. Ne sarebbe compromessa, pertanto, la preparazione dei docenti che andrebbero poi a sostenere proprio gli alunni più fragili.