Sostegno
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Specializzazione sostegno e titoli conseguiti all’estero, dopo la lettera inviata dalla FLC-CGIL al Ministero dell’Istruzione e del Merito per chiedere delucidazioni sulle modalità di invio dei decreti di rigetto per i docenti che, dopo aver conseguito un titolo all’estero, hanno inoltrato domanda di riconoscimento, sono arrivate in redazione diverse lettere a difesa dei percorsi di specializzazione sostegno intrapresi fuori dall’Italia. I docenti specializzati nel nostro Paese hanno prontamente replicato.

Titoli conseguiti all’estero, la replica dei docenti specializzati su sostegno in Italia

‘Vorrei rispondere al lettore che si considera vittima delle proteste contro i titoli esteri, in cattedra senza essere stati riconosciuti, quindi senza controllo – si legge in una di queste lettere – Gentile lettore, il problema é questo. Nessuna categoria ha ricevuto tale privilegio, in considerazione del fatto che non esiste un diritto al riconoscimento del titolo, ma un diritto alla sua comparazione. Infatti, in caso di silenzio sulla istanza, si realizza il silenzio inadempimento e non il silenzio assenso!!! Possiamo immaginare un Magistrato o un Carabiniere, un dipendente dell’Inps o di un ente locale, che all’improvviso devono lasciare il posto di lavoro a qualcuno con la R sul titolo di accesso? Possiamo immaginare una situazione del genere in Germania o in Francia? Il titolo estero in sé non è un problema, anzi un arricchimento per la scuola e per la società.

Il problema è appunto la mancata verifica della validità del titolo estero. Mi sembra ovvio che in caso di rigetto, il quale produce la risoluzione immediata del contratto stipulato dalla scuola, si debba procedere per rendere conoscibile agli interessati la modifica della situazione. Tra l’altro il docente di sostegno è assegnato a tutta la classe, non è una situazione che riguarda un singolo alunno. Nell’ambito dei controlli, potrebbe essere prevista in Italia anche una seria prova di lingua del Paese dove è stato conseguito il titolo. Mio padre ha studiato 2 anni all’estero, ha ottenuto la convalida degli esami, ma si è trasferito nel Paese estero e traduceva dal greco in francese.

Ultimo elemento, fondamentale alla luce delle numerose inchieste che hanno scovato titoli falsi esteri, in particolare su sostegno. Appare evidente che i controlli debbano essere veloci e approfonditi. Con la speranza che le segreterie scolastiche e gli USP abbiano le giuste competenze per una operazione di controllo che appare complicata. Non è, quindi, arrivato il momento di chiedere, in “massa”, l’ aiuto di chi ha esperienza contro il crimine ed in particolare contro truffe ai danni dello Stato e contraffazioni? Da non trascurare, infatti, eventuali responsabilità penali e conseguenti “interventi” della Corte dei Conti. Grazie per la cortese attenzione’.

Specializzazione sostegno, ‘il sindacato sta difendendo chi non ha ceduto alle proposte di corsi costosissimi’

In un’altra lettera ricevuta in redazione si legge: ‘Buongiorno, con la presente vorrei replicare alla lettera del Docente/Lavoratore con titolo estero nel suo caso per il sostegno didattico agli studenti con disabilità, visto che trattasi di scuola secondaria di secondo grado. Intanto, a mio avviso, afferma cose gravissime sul conto di un sindacato che non sta difendendo, come dice lui, lavoratori di serie A o di serie B, ma semplicemente persone che, come me, non hanno ceduto al suono delle sirene di sedicenti istituti che mi hanno propinato corsi costosissimi perché, a loro dire, giustificati dal fatto che fosse inclusa un’eventuale azione legale atta al riconoscimento del titolo. Mi è stato detto che non avrei mai preso un volo per la Spagna e questo la dice lunga.

Altra cosa: ma non era, ad esempio, l’università di Enna, posta nella regione del Docente/Lavoratore, ad avere i numeri più alti riservati ai docenti di secondaria di secondo grado? E potrei citarne tante altre della sua Regione. La sottoscritta ha fatto ben tre selezioni per entrare nel TFA, le ho fatte da studente lavoratore del settore autonomo, quindi con tutti gli oneri del caso. L’ho fatto da persona consapevole di cosa voglia dire il mondo della disabilità, ho svolto 10 mesi di corso con relative 150 ore di tirocinio e nel corso sono consentite solo il 20% di assenze su materie. Potrei dire tanto altro ma lascio a chi fa dell’insegnamento, in questo caso dell’aiuto concreto, una guerra tra poveri’.