La Giornata Mondiale degli insegnanti, è spesso accompagnata da parole di gratitudine e riconoscimento. Tuttavia, per i docenti italiani, la realtà lavorativa offre poco spazio per festeggiare. Lo sottolinea Ancodis, che nel suo comunicato ricorda che dietro alle celebrazioni ufficiali, esiste un quadro complesso fatto di precariato dilagante, stipendi inadeguati e una carriera priva di opportunità reali di crescita professionale.
Il precariato e gli stipendi: i maggiori problemi della scuola italiana
Il precariato nel mondo dell’insegnamento in Italia è una piaga che sembra non avere fine. Gli insegnanti a tempo determinato vedono il loro lavoro svalutato, senza alcun riconoscimento per l’anzianità di servizio o progressioni di carriera significative. A ciò si aggiunge un potere d’acquisto sempre più eroso dall’inflazione, che rende gli stipendi insufficienti per sostenere il costo della vita. La recente procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea contro l’Italia per l’uso abusivo dei contratti a termine sottolinea la gravità della situazione .
Le difficoltà del riconoscimento sociale e professionale
Oltre ai problemi legati allo stipendio e al precariato, i docenti italiani devono affrontare un riconoscimento professionale sempre più debole. L’appiattimento contrattuale e l’assenza di una carriera che valorizzi le competenze e l’impegno degli insegnanti contribuiscono a un senso di frustrazione diffusa. Le aggressioni verbali e fisiche, insieme alle difficoltà strutturali delle scuole, peggiorano ulteriormente le condizioni di lavoro. In questo contesto, le celebrazioni del 5 ottobre appaiono più come un’illusione che una reale occasione di festa. Mentre attendiamo che la funzione docente recuperi il prestigio che ha avuto in passato, il silenzio può essere una forma dignitosa di protesta contro una situazione che richiede urgenti interventi.