La Lega ha proposto un disegno di legge che consente alla contrattazione di secondo livello, a livello territoriale e aziendale, di considerare il costo della vita come parametro per determinare i trattamenti economici accessori legati allo stipendio per i dipendenti pubblici e privati. Il senatore Massimiliano Romeo ha sottolineato che questo non compromette il principio di parità retributiva. Si tratta di riconoscere trattamenti economici aggiuntivi valutando l’effetto dell’aumento dei costi dei beni essenziali, come indicato dagli indici Istat.
Stipendi diversi in base al costo della vita
Romeo ha evidenziato le differenze di inflazione nelle grandi città rispetto ad altre regioni, proponendo un approccio che assegna somme differenziate in base alla sede aziendale. Per i datori di lavoro privati, è previsto un credito d’imposta per coprire le spese sostenute, considerato un passo sensato.
Francesca Re David della Cgil ha criticato la proposta, affermando che mina la solidarietà del contratto nazionale e del sindacato come rappresentanza collettiva. Sottolinea che questa iniziativa potrebbe aggravare le disparità già presenti nel Sud, portando a ulteriori scioperi dal 17 novembre, come annunciato insieme alla Uil. “Lo ostacoleremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione” afferma.