Gli stipendi del comparto istruzione e ricerca in Italia sono cresciuti molo meno rispetto all’inflazione e al confronto con altri comparti pubblici. Nonostante il blocco dei contratti e l’incremento dell’inflazione, il settore scolastico rimane tra i più penalizzati, con aumenti inferiori a quelli registrati nei ministeri e nella sanità. L‘ARAN ha pubblicato un rapporto che analizza i dati aggiornati.

Stipendi scuola e ricerca: lo storico

Nel ventennio 2001-2021, l’inflazione è cresciuta del 31,8%, mentre il comparto della conoscenza e della ricerca ha perso il 7,4% in termini reali. Gli aumenti retributivi si sono fermati al 24,4%, mentre altri comparti come sanità e funzioni centrali hanno registrato incrementi più elevati. Lo mostrano i dati del rapporto ARAN pubblicato in questi giorni.

I dati delle variazioni degli stipendi dal 2001 al 2021

CompartoAumento Retributivo (%)Inflazione 2001-2021 (%)
Funzioni Centrali47,4%31,8%
Sanità39,5%31,8%
Funzioni Locali35,1%31,8%
Istruzione e Ricerca24,4%31,8%

Come si osserva, il settore scolastico risulta l’unico comparto pubblico con un aumento retributivo inferiore all’inflazione.

Conseguenze del divario retributivo per il personale scolastico

Marcello Pacifico, presidente Anief, sottolinea come i docenti e il personale Ata (Assistenti Tecnici Amministrativi) hanno perso circa 8.000 euro annui rispetto ai colleghi delle funzioni centrali, nonostante entrambi i settori partissero da una retribuzione simile venti anni fa. Il divario si riflette anche nelle condizioni di lavoro, con ripercussioni sul morale e sulla percezione sociale della professione. Chi lavora nell’istruzione ha subito non solo una perdita di potere d’acquisto, ma anche una minore valorizzazione del proprio ruolo nella società.

Il blocco contrattuale durato dieci anni ha portato a un grave ritardo nei miglioramenti salariali per il settore scolastico. Anche il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) 2016-2018 ha avuto un impatto limitato rispetto alle aspettative, con aumenti retributivi medi di circa 80 euro mensili, insufficienti per compensare le perdite reali.

Tabella di confronto tra stipendi pubblici

SettoreStipendio Medio (2001)Stipendio Medio (2021)Incremento (%)
Presidenza Consiglio€ 23.394€ 32.30070,2%
Funzioni Centrali€ 18.868€ 26.03147,4%
Sanità€ 21.696€ 31.30539,5%
Istruzione e Ricerca€ 22.040€ 26.79824,4%

Legenda Anief

  • L’aumento tra il 2020 e il 2022, riguarda gli effetti degli aumenti contrattuali predisposti dal CCNL 2016-2018, successivo al CCNL 2006-2009, dopo il blocco contrattuale, inclusi i bienni economici 2001-2003 e 2003-2005.
  • La misurazione della PDCM parte dal 2004.
  • L’inflazione è certificata dal MEF per il periodo 2001-2021.
  • Per il periodo 2022-2024 l’inflazione stimata = 14,5% rispetto a aumenti in media previsti dalle legge di bilancio del 6% (165 euro in media).
  • Per il periodo 2025 – 2030, sono previsti aumenti + 13,1% a fronte di un inflazione + 6% programmata. Complessivamente gli aumenti saranno inferiori – 1,4%.
  • Il personale scolastico partiva nel 2001 dallo stesso stipendio medio del personale delle funzioni centrali, dopo venti anni prende – 8.032, ovvero – 618 euro mensili

Cosa aspettarsi nel futuro?

Il prossimo CCNL, previsto per il triennio 2025-2027, dovrebbe includere un aumento retributivo significativo per colmare il gap con gli altri comparti. Secondo le proiezioni di Anief, sarebbero necessari almeno 617 euro in più mensili per il personale della scuola e della ricerca per allinearsi alle funzioni centrali.

FAQ

1. Perché gli stipendi del comparto istruzione sono più bassi rispetto agli altri settori?
Il comparto istruzione ha subito un blocco contrattuale di dieci anni e aumenti salariali inferiori all’inflazione.

2. Di quanto è aumentato lo stipendio medio del settore scolastico dal 2001?
Gli stipendi sono aumentati del 24,4%, inferiore all’inflazione del 31,8% e agli altri comparti pubblici.

3. Che misure sono necessarie per il CCNL 2025-2027?
Si prevede che occorra un incremento di circa 617 euro mensili per colmare il gap con le funzioni centrali.