La situazione degli insegnanti e ATA precari senza stipendio continua a creare preoccupazione e agitazione. Una di loro ci scrive oggi: “Buongiorno, vi scrivo con la speranza di portare alla luce ciò che sta accadendo in questi mesi a migliaia di docenti precari in Italia. E’ una vera e propria richiesta di aiuto. Quasi nessuno ne parla, ma ciò che stiamo vivendo, ha dell’assurdo! Non dovrebbe essere assolutamente accettabile in un Paese civile, nel 2023. Vi racconto…”

Il racconto della docente senza stipendio

“Molti di noi hanno preso servizio presso istituti statali a settembre/ottobre 2023…Da allora non abbiamo mai ricevuto alcuno stipendio: ebbene si, lavoriamo gratis da 4 mesi. Vi lascio solo immaginare i disagi: bollette da pagare, rate, affitti, spesa, benzina per andare a lavoro. In queste settimane ho letto decine e decine di post dei miei colleghi: persone che non sanno più come sfamare i loro figli, persone costrette a chiedere prestiti alle loro famiglie o ai loro amici, accumuli di bollette e rate dei mutui, persone che non possono pagarsi nemmeno visite e spese mediche, persone che non sanno neanche più come recarsi a lavoro perché non hanno soldi neanche per fare benzina.

Siamo lavoratori onesti e lo Stato non dovrebbe permetterci di vivere in questo modo. Ogni mattina ci alziamo e andiamo a lavoro, come tutti gli altri, e nessuno merita di lavorare gratis. Siamo professionisti, abbiamo pagato tasse universitarie salate per conseguire il titolo di studio, abbiamo investito i nostri soldi per titoli e concorsi…e il risultato? Siamo umiliati da uno Stato che ci lascia il conto in rosso, uno Stato che ci costringe all’umiliazione di chiedere soldi in prestito, alla rabbia di non poter sostenere alcun tipo di spesa, alla paura di non poterci permettere un controllo medico, di comprarci un farmaco, al fallimento di dover negare un giocattolo al proprio figlio.”

La situazione è inaccettabile

“Ci sentiamo abbandonati, distrutti, umiliati…Con quale spirito ritorneremo in classe l’8 gennaio? Mi correggo, oltre all’umore, con quali soldi per far benzina ritorneremo in classe l’8 gennaio? Immaginate il Natale che abbiamo vissuto…Immaginate la rabbia di avere le tasche vuote pur facendo un lavoro onesto… E’ davvero una situazione inaccettabile! Nessuno ne parla, nessuno ci tutela. Vi scrivo con la speranza che qualcuno di voi ci tenda la mano e porti alla luce tutto ciò che sta accadendo, tutto ciò che stiamo vivendo e subendo.

A tal proposito io ed un collega abbiamo creato, da poco, un gruppo Facebook dove invitiamo tutti i colleghi italiani a scrivere ciò che stanno vivendo in questi terribili mesi. Potete iniziare a leggere qualche testimonianza al riguardo, la pagina si chiama “Noi precari senza stipendio e diritti!”. Leggere tali post mi fa male, mi si stringe davvero il cuore: tra le righe si legge la disperazione, la rassegnazione, l’umiliazione di chi ama il proprio lavoro, lo pratica con dedizione e amore ma ha le tasche completamente vuote ormai…dopo 4 mesi senza ricevere retribuzione. Siamo precari, ma ciò non è sinonimo di nullità. Anzi. Noi sostituiamo colleghi garantendo continuità e stabilità agli studenti. Eseguiamo lo stesso lavoro degli altri e dovremmo avere gli stessi diritti degli altri. Siamo davvero al limite, vi chiedo, per favore e con il cuore, di aiutarci. Dateci voce…voi che potete.”

Chiara, docente precaria