In questo mese di gennaio 2025, gli stipendi della scuola saranno un po’ più alti grazie all’anticipo del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022/2024. È quanto ha annunciato con un comunicato NOIPA. L’incremento della retribuzione, che varia a seconda del profilo professionale e della fascia stipendiale a cui si appartiene, va dai 47 ai 117 euro lordi in più al mese rispetto allo stipendio normale. Ricordiamo che per l’anno 2024, invece, l’anticipo è stato attribuito con un’erogazione una tantum effettuata con il cedolino di dicembre 2023 (ai sensi del DL n.145/2023) per tutte le 13 mensilità. I sindacati comunque contestano questa misura, rivendicano aumenti stipendiali concreti e sottolineano l’urgenza del rinnovo del contratto.
Il commento dell’ANIEF sugli aumenti di gennaio degli stipendi scuola
“Lo stipendio di gennaio dei docenti e Ata della scuola contiene l’anticipo degli aumenti contrattuali 2022-24: si tratta di un incremento mensile del 3,35%, ma si riferisce ad uno spazio temporale durante il quale l’inflazione è aumentata ben del 16,3%”. É quanto ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando il leggero aumento dello stipendio dei lavoratori della scuola del mese di gennaio, in pagamento per il personale di ruolo tra un paio di giorni.
“Il 3,35% di aumento – ha ricordato Marcello Pacifico – è meno della metà di quello che spetta per legge ad ogni lavoratore, sempre in attesa del rinnovo contrattuale: la norma vigente prevede che ogni mese, fino alla stipula del Ccnl 2022-24, si debba introdurre nel cedolino stipendiale un aumento pari al 50% del costo della vita”.
‘Gli aumenti non sono in linea con l’inflazione’
Ecco il commento del sindacato FLC CGIL su questo anticipo contrattuale per gli stipendi della scuola: “Continua l’erogazione unilaterale degli anticipi in attesa dell’apertura della trattativa. Una strada sbagliata nel tentativo di far calare una cappa di silenzio sulle responsabilità di un governo che nega ai lavoratori aumenti in linea con l’inflazione”. “Di fatto, in assenza di nuovi stanziamenti, gli stipendi del personale del comparto “Istruzione e ricerca” subiranno un drastico e ulteriore impoverimento”.