Il mancato pagamento degli stipendi di decine di migliaia di supplenti brevi della scuola ritorna ad essere attuale. Molti di loro attendono il pagamento dal mese di settembre. Una situazione che ha dell’assurdo e punisce chi ogni giorno si dedica al proprio lavoro. La situazione venutasi a creare con l’attacco hacker dei giorni scorsi a NoiPA mette a repentaglio anche il previsto pagamento di dicembre. Nei giorni scorsi, Anief ha denunciato i ritardi inaccettabili direttamente al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Ha chiesto di semplificare e accelerare i pagamenti e riconoscere il diritto alla parità di trattamento dei precari rispetto ai colleghi di ruolo.
Pagamento stipendi supplenti: una piaga della scuola
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, si verifica quanto detto nei giorni scorsi: se questi lavoratori fossero disoccupati, sarebbero trattati economicamente meglio. Perlomeno percepirebbero la Naspi. “L‘esercito di proletari’ di Stato, con i precari della scuola si allarga di giorno in giorno” scrive il sindacato. E ancora: “Come si fa a non pagare i supplenti brevi, rendendoli vittime della burocrazia e costringendoli a umiliazioni di questo genere, a fare dei prestiti di ogni genere per coprire le spese vive dei viaggi, di vitto e alloggio legati al lavoro che svolgono a scuola? “.
Su Repubblica viene riportata una situazione tipo: Gabriella, madre di due adolescenti e separata che vive a 7 chilometri dalla scuola in cui insegna e e lotta ogni giorno per far fronte alle spese essenziali, come le bollette e la benzina per il viaggio al lavoro. Nel frattempo attende 3 mesi di pagamenti ed è stata costretta a ricorrere a prestiti.
Cosa si può fare?
Purtroppo solo il Ministero può risolvere la problematica, diminuendo la burocrazia che causa questi inaccettabili ritardi. Anief, nell’attesa (o forse nella speranza) che qualcosa cambi, mette a disposizione degli insegnanti e degli Ata che si trovano in questa situazione una specifica diffida con gli interessi di mora: “Il Mef non può procrastinare ancora i tempi di pagamento dei loro stipendi, ma dovrà ottemperare assolutamente e immediatamente mettendo a disposizione i fondi per pagare il dovuto a questi lavoratori. Inoltre, continueremo a diffidare e a ricorrere in tribunale per tutti gli altri diritti negati ai precari”, spiega il presidente Marcello Pacifico.